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190 | VIII. L’energia raggiante |
si dovrà dire per e quindi anche per w. Potremo dunque dire che al diminuire della lunghezza d’onda diminuisce l’energia dell’oscillatore corrispondente. Se invece di consideriamo legato a dalla relazione
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in cui q è la velocità di propagazione dell’energia e la frequenza, o numero di vibrazioni per un secondo, possiamo dire che col crescere della frequenza diminuisce l’energia dell’oscillatore corrispondente1.
Questa diminuzione avverrebbe con continuità. Ma poichè non possiamo seguirla con continuità il Planck sostituisce una distribuzione in zone elementari in ciascuna delle quali l’energia resta costante. Queste zone elementari sono di grandezza finita e corrispondono ai campi G di cui abbiamo parlato.
Gli oscillatori contenuti in questi campi di eguale probabilità possono assorbire energia con continuità2, ma non possono emetterla se non quando ne posseggano un numero intero di quanti elementari, e nell’emissione l’energia dell’oscillatore si riduce allo zero. Questi quanti elementari dipendono dall’ampiezza dei campi G che per gli oscillatori è data da h, come s’è visto, e dalla frequenza propria dell’oscillatore. E precisamente il quanto di energia del Planck è
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- ↑ Si preferisce in generale di ter conto della frequenza piuttosto che della lunghezza d’onda , perchè quella non cambia da un mezzo ad un altro, mentre dipende dalle costanti del mezzo.
- ↑ Nella prima forma della teoria il Planck aveva posto che anche l’assorbimento dovesse compiersi per quanti di energia, ma nella nuova forma ha potuto introdurre l’assorbimento continuo.