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L'elio 145

non si potè subito identificare. Soltanto nel 1895 il Ramsay1 potè esaminare questo nuovo elemento e lo spettro che esso dava fu riconosciuto dal Lockyer2 identico a quello dell’elio.

L’elio appartiene al gruppo dei gas inerti. Dopo l’idrogeno è il gas più leggero; il suo peso specifico è circa il doppio di quello. Si può separare anche dall’aria atmosferica dove si trova in piccola quantità. È un gas monoatomico. Difatti il rapporto fra i due calori specifici è di 1.66, come richiedere la teoria cinetica per i gas monoatomici.

Il suo peso atomico è 4, o più esattamente 3.994 come fu determinato dal Watson3.

Il Rutherford, osservando lo coincidenza fra la massa del prodotto di disintegrazione delle sostanze radiattive e quella dell’atomo di elio, pensò che le particelle α che escono dalle sostanze radiattive fossero appunto altrettanti atomi di elio. L’ipotesi fu presto confermata dai fatti, perchè il Ramsay e Soddy4 esaminando il gas che sviluppava dal radio trovò che emetteva la riga dello spettro, che è caratteristica dell’elio. Esperienze successive mostrarono che l’elio che esce dal radio non è dovuto ad un precedente assorbimento di quello che esiste nell’atmosfera, ma si sviluppa realmente dai suoi atomi.

Non solo dal radio, ma da ogni altro elemento radiattivo, si ottiene l’elio ogni volta che quello elette particelle α. Anche l’identità tra queste e l’atomo di elio è stata pienamente confermata. Una particella α è niente altro che un atomo di elio con due cariche elettriche elementari.

  1. Ramsay, Proc. Roy. Soc. A. 58, p. 65 (1895).
  2. Lockyer, Proc. Roy. Soc. A. 58, p. 67 (1895).
  3. Watson, Journ. Chem. Soc., 97, p. 810 (1910).
  4. Ramsay e Soddy, Nature, 68, p. 246 (1903). Proc. Roy. Soc. A. 72, p. 204 (1903), A. 73, p. 346 (1904).

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