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I. — Note storiche
sulle teorie della costituzione dei corpi.

1. — Periodo antico. — Le più antiche memorie che ci ricordi la storia circa lo studio della natura dei corpi risalgono ai filosofi Ionici.

Il primo di questi, Talete di Mileto (640 a. C. - 550) aveva imparato in Egitto, dove i suoi interessi commerciali lo conducevano, ad occuparsi di astronomia e di filosofia naturale. Ritenevano generalmente i corpi essere formati da una stessa materia comune, ma variamente disposta per densità o rarità. Non convenivano però nell’assegnare quale fosse questa materia universale. Così Talete diceva essere fatto di acqua; Anassimene tutto di aria; Eraclito tutto di fuoco.

Era la prima forma che assumeva il concetto della materia una, universale, concetto che sorgeva quasi spontaneo nella mente dei primi filosofi.

Ma quella concezione era troppo rudimentale, si riconobbe che non si poteva parlare soltanto di corpi elementari. Bisognava spiegare il trasformarsi dei corpi e per questo era necessario ammettere in essi princípi diversi. Secondo Ferecide alla formazione dei corpi concorrono tre elementi: Giove, Terra, Saturno, ossia aria, terra, tempo. È notevole che il tempo fosse considerato come un elemento, assimilandolo così ad un costitutivo materiale: certo doveva essere una causa agente sulla trasformazione dei corpi.