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92 IV. I fondamenti sperimentali della teoria cinetica


7. — Moti browniani.Piccole particelle, delle più piccole fra quelle che sono ancora visibili con forti mezzi di ingrandimento, sospese in un fluido, in particolare in un liquido, restano in continua agitazione senza che questa sua provocata da un agente esterno, e senza seguire leggi determinate eccetto quelle che sono proprie del calcolo delle probabilità e della distribuzione dell’energia.

Il fenomeno fu visto per la prima volta dal Brown botanico inglese nel 18271. Egli osservò al microscopio che granelli di polline della Clarkia pulchella immersi nell’acqua avevano dei moti di agitazione incessanti. Il fenomeno si ripeteva anche con polline di altre sostanze, anzi anche con polvere di sostanze inorganiche, il che escludeva l’ipotesi che fossero dovuti a fenomeni di vita di quei granelli. Si può dire in generale che ogni volta che si hanno particelle sufficientemente piccole, sospese in un fluido, esse restano in un continuo movimento in qua e in là, in su in giù, di traslazione, di rotazione, senza nessuna regolarità, senza nessuna tregua. Il fenomeno non diminuisce col tempo e non è influenzato dalle cause esterne. Esso è perfettamente visibile all’ultramicroscopio, ma spesso anche con un microscopio semplice.

Per molto tempo non si seppe dare nessuna spiegazione del fenomeno. Il Wiener per il primo nel 18632 disse che la causa doveva cercarsi nella natura stessa del liquido, e la sua affermazione fu confermata da tutti gli sperimentatori successivi. Ora cause interne, inerenti allo stato fluido della sostanza in cui le particelle sono sospese, potevano essere o forze elettriche o urti molecolari. La prima ipotesi si esclude subito perchè il tipo di agitazione in cui

  1. R. Brown, Pogg. Ann. 14, p. 294 (1828).
  2. Chr. Wiener, Pogg. Ann. 118, p. 79 (1863).