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Trascuro i cespiti minori, per notare soltanto che il Comune aveva 2375 ducati di rendita iscritta sul gran libro. Tra le rendite straordinarie figurava in primo luogo la resta di cassa del precedente esercizio, che nell’ultimo bilancio ascendeva a mille ducati e che allora, in tutti gli esercizi finanziari, non mancava mai, come oggi, pur troppo, manca sempre. Modestissimo era il reddito presunto dalle multe per contravvenzioni alla polizia urbana e ai pesi e misure: appena centodieci ducati; e ancora più modesto, ridicolo quasi, l’altro, di quarantanove ducati, delle multe per contravvenzioni al contratto di illuminazione della città. Quasi 150000 ducati erano costituiti dal primo e secondo 3 % pagati dai proprietari di case in Napoli, e 8820 ducati dalla sovrimposta dei grani addizionali sulla fondiaria. Qual differenza con oggi! Il nuovo camposanto, a Poggio reale, dava al Comune una rendita annua di circa 15000 ducati.

Una delle entrate straordinarie più cospicue, ma che il Decurionato non riusciva mai a determinare in una cifra precisa, era quella dei 160 000 ducati, che la Tesoreria generale doveva sborsare come reddito della sovrimposta del primo e secondo 5 % sui dazi di consumo. Nello stato-discusso si legge: “Il collegio fa premura, che il conteggio venga subito eseguito, affin di conoscersi l’effettivo avere del Comune, e l’aumento che ne potrà risultare possa addirsi in aggiunzione alle somme destinate per opere di sovrano comando„. Parole buttate al vento. Altro capitolo, che figurava tra le rendite straordinarie meno sicure, era quello costituito dai rimborsi, che faceva il ministero della guerra per somministrazioni e trasporti militari, per i quali il Decurionato anticipava le spese. Capitolo non mai sicuro, perchè si segnava bensì nello stato-discusso, ma il ministero della guerra prorogava o diminuiva i versamenti, a suo piacere.

Ancora più interessante e curiosa è la parte che riguarda le spese. Circa 60000 ducati rappresentavano tutti gli stipendi agli impiegati, compresi i dodici giudici regi dei quartieri, e gli impiegati ai giardini e alla Real Villa di Capodimonte. Gl’impiegati di cancelleria erano settantuno, con stipendi che variavano da un massimo di cento ducati, quanti ne aveva il cancelliere maggiore, a un minimo di sei. Negli ultimi anni fu cancelliere maggiore Luigi Moltedo, succeduto nel 1850 a certo Carobelli e