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notevole per le magnifiche riproduzioni artistiche de’ vasi dipinti, dalle quali tornò molto onore alla tecnica napoletana. Fu come conseguenza di questi scavi, che si scopri il passaggio sotterraneo tra l’antica Cuma ed il lago d’Averno, e i due pregiati vasi di vetro ritraenti i più celebrati luoghi delle spiaggie di Baia e di Pozzuoli, illustrati nel 1858 dal De Rossi. Fecero anche altri scavi nell’agro puteolano, in questi anni, lord Walpole e il barone di Lotzbeck, mentre lo Scherillo si occupò degli sgombri dell’Anfiteatro e del Porto Giulio.
Ma l’essere stato il Fiorelli quasi divelto a forza dalla quotidiana vita di Pompei, condusse il suo acuto intelletto alla serena e comprensiva contemplazione della grandezza di quella città e del compito singolare che gli eventi le avevano dato nella storia della società umana, come della necessità di esplicarlo e di raggiungerlo in tutta la sua ampiezza. “Sappiamo del gran mondo romano, soleva egli dire, dai suoi fasti, dalla immensa letteratura sua; ma lo conosceremo in modo diverso e meravigliosamente reintegrato, ed alla scienza utilissimo, quando andremo a sorprendere questa loro città, nella sua interezza, quale si trovava in quella notte de’ 23 di agosto del 79 dell’era volgare; quando saremo penetrati in quelle case, in quegli edifici! pubblici e privati, ed avremo appreso da’ più piccoli oggetti usati il grado di loro civiltà, i commerci, le industrie, gli usi, i costumi„. Innamorato di sì vasto concetto, rivelò per il primo al mondo colto l’alta importanza degli antichi giornali delle escavazioni pompeiane, e li publicò tutti. Datosi quindi conto dell’area, su cui si svolgeva la intera città, pensò alla tabula o piano generale di essa, ai suoi confini, alle parti già scavate ed a quelle ancora sotterrate, a’ metodi de’ nuovi scavi a farsi. Ricostruì mentalmente la città stendentesi su quel colle di lave vulcaniche; dalla disuguale elevazione delle vie interne, rifece la intera topografia; guardò alle quattro grandi strade che la intersecano da mezzogiorno a settentrione, e da oriente ad occidente, ne trasse la divisione in regioni ed in insulae, e ne formò un completo programma. Quando Giuseppe Fiorelli nel settembre 1858 dette l’annunzio di queste sua idea in un semplicissimo manifesto, impresso a piccolo numero di esemplari, che gli mancavano i danari, per moltiplicarli, la meraviglia fu grande. “Sottopongo,