Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/65


— 57 —

al conte Valewski la ingerenza o inframettenza di Brenier per la concessione dello Statuto. È anche da ricordare un’altra let- tera, che Filangieri aveva scritto a Brenier negli ultimi giorni di settembre, per far impedire che Garibaldi varcasse la frontiera napoletana, come in quei giorni si temeva, e per cui era stato formato il campo trincerato negli Abruzzi, sotto il comando del Pianell. Brenier gli aveva risposto che l’avrebbe fatto, ma ag- giungeva: “Je comprends, que l’on use de toutes les prècautions possibles pour repousser une attaque venant de ce cotè; qu’ on envoie èventuellement un corps d’armèe; mais je vous prie, mon Prince, de ne pas oublier, que vous avez entre les mains le projectile le mieux fait pour attaquer Garibaldi et ècraser l’infâme, comme disait Voltaire d’un tout autre ennemi. Ce projectile serait d’un effet certain selon moi, puisqu’il aurait pour effet de briser l’arme de Garibaldi la plus redoutable: le mècontentement des populations„.

Filangieri mandò originalmente questa lettera al Re, unendovi altra copia dello Statuto presentato il 4 settembre, quasi credesse all’efficacia di un nuovo tentativo. Il Re lo ringraziò e gli restituì la copia senza dir nulla in proposito.

Il 16 ottobre, il principe di Satriano riscrisse al Re, insistendo nelle dimissioni e il Re rispose, invitandolo a pranzo, alla Favorita. Il Filangieri, mostrandosi gratissimo, soggiunse nella risposta: . . . . “Si degni V. M. giovedì venturo (era il giorno fissato al pranzo) di accogliere benignamente, nella mia persona, il Suo devoto attaccatisaimo aiutante generale, e non più il Suo ministro, poichè decisamente la mia età e la mia salute non mi permettono in nessun modo, di affrontare nuovamente, e di resistere al lavoro agitato e tormentoso, pei tristi tempi nei quali viviamo, alle angustie ed alle immense responsabilità, inseparabili dalle funzioni ministeriali„ . E il 18 ottobre, fè seguìre a questa, altra lettera insistente, che si chiudeva cosi: “Riprenda, Signore, i miei portafogli, e mi ritenga nell’ambita destinazione di Suo fedele soldato„.1

L’insistenza di Filangieri era effetto, in parte, del suo carattere vivace e suscettibile, e in parte delle mutazioni che, appena allontanato lui, si erano compiute nel ministero, a sua in-

  1. Archivio Filangieri.