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suo dei sospetti circa la sincerità del Filangieri e apertamente dichiarandogli non essere possibile alcun accordo fra i liberali e la dinastia dei Borboni, né esser possibile che il Re facesse causa comune col Piemonte per l’indipendenza d’Italia e concedesse l’amnistia e la Costituzione. In realtà, erano interessi e idee diverse che si urtavano fra loro e concorrevano ad accrescere le difficoltà della missione del Salmour. Se il Piemonte voleva tutto quello che si è visto, Napoleone si contentava di molto meno; e mentre consigliava una Costituzione, non gli pareva più necessario, dopo le prime vittorie, il concorso dell’esercito napoletano alla guerra. L’Inghilterra, dal canto suo, nemica della dinastia borbonica, ma più del defunto Sovrano, consigliava la Costituzione, ma senza entusiasmo, notandosi pure che l’azione dell’Elliot non era così persistente come quella del Brenier. D’altronde, mentre le proposte del Piemonte erano respinte dalla Corte, sembravano troppo moderate ai liberali di Napoli e agli esuli napoletani, i quali di quel rigetto erano più compiaciuti che desolati, forse prevedendo dove si andava a finire. Il presidente del Consiglio, dal canto suo, favorevole ad un eventuale ingrandimento del Regno, nonché all’amnistia e all’alleanza col Piemonte, non voleva tornare, neppure per sogno, alla Costituzione del 1848, come volevano il Piemonte e l’Inghilterra. Egli vagheggiava una Costituzione napoleonica, di cui aveva dato incarico a Giovanni Manna di redigere un progetto. Per navigare in mezzo a queste contrarie correnti, sarebbe occorsa persona più abile e più paziente del Salmour, uomo rispettabile e gentiluomo, ma che non era in grado di valutare tutte le difficoltà e trarne il maggior vantaggio possibile. Difatti il colloquio suo con Troja ebbe esito infelice, e forse fu imprudenza averlo provocato, nè diè prova di acutezza diplomatica, raccogliendo qualunque voce gli riferissero i liberali e riferendola a Cavour. Si mostrava poi veramente ingenuo, quando scriveva a Cavour dell’impossibilità di ottenere concessioni dal governo napoletano senza la forza, e lo consigliava ad ottenere che l’Inghilterra mandasse la sua flotta a Napoli e minacciasse di bombardare la città, se il Re non concedesse la Costituzione!


Salmour restò a Napoli sino alla metà di luglio e ne partì, quando ebbe acquistata la convinzione che non vi era nulla da