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si erano collocate apposta per impedire, come confessa senza mistero il Persano, che la flotta seguisse il Re. Si era detto a Francesco che il Carlo Alberto e la Maria Adelaide gli avrebbero impedita la partenza, e lo si consigliava di partire incognito, con bandiera estera: consiglio che avrebbe dato anche il Romano. Criscuolo però esortò il Re a non partire come un fuggitivo, ma su legno proprio e a bandiera spiegata; e Francesco gli riconfermò gli ordini. Il Messaggero, sul quale il Re doveva imbarcarsi, era un piccolo avviso della marina militare, di circa 250 tonnellate, discretamente veloce, del tutto simile alla Saetta, e però fu generale la opinione che il Re partisse a bordo della Saetta. Cosi ritenne anche il De Sivo. Il Persano, benchè fosse nel porto di Napoli, affermò con la consueta leggerezza che il Re partisse a bordo del Colon, uno dei due legni spagnuoli, ma questi legni seguirono il Messaggero, e a bordo del Colon prese imbarco il ministro di Spagna Bermudez de Castro col personale tutto della legazione.

Francesco II aveva compilato un’elenco piuttosto lungo, delle persone di Corte che dovevano seguirlo; ma non tutte risposero al supremo appello. Il principe di Bisignano, maggiordomo maggiore, si era allontanato da Napoli, come si è detto, lasciando la firma e la direzione degli affari al marchese Niccola Targiani, direttore delle caccie reali. Dei quattro capi di Corte, il solo, che si trovò presente, fu il marchese Imperiale, cavallerizzo maggiore, al quale il Re disse: “La tua fedeltà alla mia persona non la dimenticherò giammai; ma voglio che anche tu serbi una memoria di ciò„ e offrendogli il gran cordone dell’Ordine di San Ferdinando, aggiunse: " Poche volte credo che il motto di quest’Ordine sia stato così bene applicato come alla tua persona: fidei et merito„. Nell’elenco dei familiari fu messa donna Nina Rizzo, col titolo di camerista, ma Francesco II cancellò quel titolo e vi scrisse di sua mano cameriera.

Delle guardie del corpo solo diciassette fecero sapere al Re che lo avrebbero seguito a Gaeta, e lo seguirono difatti, partendo la sera stessa per Capua. Altri erano partiti la sera innanzi col conte di Caserta, il quale, promosso maggiore di artiglieria da pochi giorni, aveva il comando di due batterie. Le guardie del corpo, rimaste fedeli al Re, furono il conte Luigi