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tela non era in buone condizioni, Bermudez ebbe l’infelice idea di farla restaurare. Il quadro non trovò più compratori. Egli lo depositò al Kensington Museum, dove oggi si vede nella sala dei dipinti donati, e nel suo testamento dispose di lasciarlo all’ex Re. Notevole tra gli oggetti portati via il numero dei reliquarii, che ammontarono a sessantasei, oltre ad un’urna, contenente il corpo di Santa Iasonia, figura in cera, al naturale, riccamente vestita,
zampe, base triangolare, sulla quale poggiano tre figure alate ed in mezzo di essa sorge una colonna scanelata con rame all’intorno e sei gigli; il piano di detto tavolino è formato a mosaico con in mezzo una coppa, in cui si veggono bere quattro colombi di diversi colori. Della mancanza dei suddetti oggetti il Custode signor Natale non ha presentato ricevi, ma però le sue assertive sono state fatte presenti gli Aiutanti Custodi ed i frottori dei Reali appartamenti, ed i verbali sono stati firmati da Natale Pisco e dal Natale.
Dall’Officio di Tappezzeria. — La cassa con la biancheria che s’inviava nella Real Casina in Ischia nei tempi di villeggiatura, fu nei primi giorni di settembre 1860 presa dal signor Ferdinando Romano, Uffiziale della R. Controlleria e fatta imbarcare per Gaeta. Essa si distingueva da trentotto lenzuola di tela di Olanda, trentotto cusciniere simili, dodici lenzuola di tela di lino, dodici cusciniere simili, dodici lenzuola ordinarie, dodici cusciniere simili, dodici tovaglie di turitto, dodici dette più fine e trenta mappine. — Sessanta tovaglie tra quelle di fiandra e di turitto, dodici dette di turitto, ventiquattro lenzuola di tela di Olanda, ventiquattro cusciniere simili e trenta panni di retret, che esistevano nell’Officio, furono egualmente inviate in Gaeta dallo stesso sig. Romano.
Dalla Tappezzeria di Portici. — Furono anche inviati in Gaeta sei materassi e quattro cuscini per Persone Reali, una tavola imbottita ed una coverta ricamata. — NB. Per la mancanza degli inventarii dello appartamento, che si occupava da Ferdinando II, di quello di Francesco II e dell’altro del conte di Trani, nulla può dirsi se sì abbiano o no portato oggetti. Allorchè perverranno e ne sarà fatto il riscontro, non si mancherà di darne notizia all’autorità superiore.
Dall’Officio del Credenziere. — L’intiero servizio di argento di Francia per sessanta, con due scopette. — Tutto il servizio di argento da viaggio per trentasei persone. — Trentacinque zuppiere assortite. — Diciannove anime di zuppiere, ed i due coverchi di anime di zuppiere. — Centotrentasei piatti diversi, tra quelli per zuppiere, per terine, per portate e per fiammenghine. — Cinquantasei campane. — Seicentosettantotto piattini. — Settanta saline. — Otto salsiere complete. — Una molletta per asparagi. — Sessantacinque tra coppini e cucchiai da ragù, e ceppinette per zucchero. — Millecentoquattordici cucchiai. — Millecentocinqne forchette. — Millecentoventitre coltelli. — Centoquaranta posatine complete. — Otto palette dorate per gelati. — Sessanta cocciole dorate per buffet. — Ventiquattro ovaroli con quattro piedistalli. — Dodici surtout — Otto recipienti per surtout. — Dugentotto sotto bicchieri. — Centoquattro