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numerosi decreti, anche di minima importanza, che Francesco II firmò, senza osservazione. Ordinò al De Martino di dirigere ancora una protesta alle potenze, e a Spinelli disse che tornasse la sera da lui. Spinelli vi tornò, e gli lesse il proclama d’addio e la protesta alle potenze. Francesco II approvò l’uno e l’altra, anzi del proclama parve così soddisfatto, che chiese allo Spinelli se lo avesse scritto lui. E avendogli Spinelli detto essere opera di don Liborio, Francesco II, secondo narra il Romano stesso a sfogo della sua inesauribile vanità, avrebbe risposto: “Io me ne ero accorto dallo stile; Romano ha veramente espresso i sentimenti dell’animo mio„. Invece il Romano non lo scrisse, ma lo fece scrivere dal prefetto di polizia Bardari. Io ho veduta la bozza di quel proclama, di carattere del Bardari, religiosamente conservata dal figliuolo Luciano, giudice del tribunale di Napoli. La bozza rivela una circostanza curiosa: il Bardari aveva cominciato così il proclama: Vana è la vita de’ Monarchi, ma poi mutò pensiero. Al proclama lo Spinelli e il Romano non apportarono che lievi modificazioni.

Un’altra vanità del Romano! Egli affermò nelle sue memorie, che il Re avrebbe confidato al signor Carolus, ministro del Belgio a Napoli, la intenzione di nominare lui, don Liborio, luogotenente con pieni poteri, come il ministro più popolare, e che ne fosse distolto dagli altri ministri, specie dal De Martino; ma ciò non risulta da nessun documento; e poichè quelle Memorie non sono modello di verità storica, è da ritenere che non fosse questa l’idea del Re.


Fin dalla mattina del 6 settembre si era sparsa la voce che il Re partiva. Dal palazzo reale uscivano numerosi carri di bagagli e di casse, che, scortati da militari, prendevano la via dì Capua. Altra roba si caricava a bordo del Messaggero e del Delfino, che ormeggiavano nel porto militare, presso la banchina d’imbarco. Gli oggetti di uso trasportati furono molti; e di preziosi, anche molti, come si vede nel Notamento della mobilia, quadri, oggetti di argento ed altro portato da Francesco II, allorchè lasciò Napoli nel 6 settembre 1860: documento intimo procuratomi dal mio amico Giovanni Beltrani. 1 Il più prezioso degli

  1. Notamente della mobilia, quadri, oggetti di argento ed altro portato da Francesco II allorchè lasciò Napoli nel 6 settembre 1860.
          Dal grande appartamento di etichetta in Napoli. — Un quadro