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a Salerno, spazzata degli ultimi avanzi di difesa, restò libera allo incedere del glorioso manipolo, il quale non si trovò tra i piedi che soltanto de’ gruppi di soldati paurosi o inermi, che salutavano, con terrore, i vincitori, al loro apparire. Lo sbandamento di Soveria fu l’episodio decisivo di quella campagna, per il quale si affermò il trionfo della rivoluzione sul continente, e che ispirò a Garibaldi il celebre telegramma, da lui dettato a Donato Morelli, la mattina del 31 agosto, nella casa rustica di Acrifoglio: “Dite al mondo che ieri coi miei prodi calabresi feci abbassare le armi a 10 000 soldati, comandati dal generale Ghio. Il trofeo della resa fu dodici cannoni da campo, diecimila fucili, trecento cavalli, un numero poco minore di muli e immenso materiale da guerra. Trasmettete a Napoli, e dovunque, la lieta novella„.


Anche in Puglia l’esercito non diè prova di maggiore energia; ma se per la Calabria la neghittosità delle truppe fu principalmente da ascriversi, come si è veduto, all’inettezza dei capi; al maresciallo di campo Filippo Flores, che comandava la colonna delle Puglie, non potè veramente attribuirsi l’insuccesso completo dell’opera sua. Il Flores, al quale fu mossa l’accusa di aver ordinato alle sue truppe l’atto di sottomissione al nuovo ordine di cose, spiegò la sua condotta in un piccolo opuscolo venuto alla luce il 10 luglio 1862, ed ora raro per quanto interessante. Flores disponeva di poche forze per mantenere la calma in tre provincie, mentre ordini e contrordini da Napoli paralizzavano l’azione di lui. Tutta la sua colonna, divisa fra le provincie di Bari, di Capitanata e di Terra d’Otranto, si riduceva a uno squadrone di gendarmeria, un battaglione di gendarmeria a piedi, due squadroni del secondo reggimento dragoni e due di carabinieri, incompleti di uomini e di cavalli, oltre a mezza batteria di obici. C’erano bensì delle compagnie di riserva, ma potevano considerarsi come uno scheletro di soldatesca. Alla mancanza di uomini si aggiungeva quella delle munizioni; e per quanto il Flores insistesse per avere altri soldati, non gli fu mandato che il generale Bonanno con alcune compagnie del tredicesimo di linea, Lucania, il cui spirito militare era addirittura spento, dopo i disastrosi eventi di Sicilia. Al generale Bonanno, che gli manifestava non avere le sue truppe altra munizione da guerra, che semplicemente quella di