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garibaldini, che tornarono indietro e poi capitolarono. Erano circa tremila uomini. È noto che il Briganti nella marcia di ritirata sopra Monteleone fu ucciso dai suoi soldati, esasperati da tanta viltà, sulla piazza di Mileto. E per giudicare meglio chi fosse il generale in capo, basterà sapere che, stando egli a tavola in casa Gagliardi, non si tenne dal chiedere sorridendo al padrone di casa: “Questo posto lo destinate a Peppiniello?„ “Di certo, rispose il marchese Enrico Gagliardi, se voi l’abbandonate„. E pochi giorni prima, con burbanzosa spavalderia, aveva detto che egli avrebbe pescato Peppariello, qualora osasse passare lo stretto! Il Vial non voleva uscire da Monteleone e pretendeva invece che agissero i generali da lui dipendenti, ma questi non erano men di lui sdegnosi di pericoli. Vecchia ruggine esisteva tra Vial e Pianell, e tra Vial e Melendez. Fu certo grave errore aver affidato il comando supremo delle forze in Calabria al Vial, il quale non aveva alcuna reputazione nel mondo militare, dove si diceva che avesse fatta carriera per la protezione di suo padre, il vecchio generale Pietro Vial, di cui si è parlato.

Il Pianell aveva dato al Vial, il giorno stesso che questi partì per Pizzo, il 22 luglio, tutto un piano di difesa, le cui linee generali erano queste: impedire qualunque sbarco di garibaldini sulle coste calabresi; e avvenuto lo sbarco, disperderli rapidamente; tenere il quartier generale a Monteleone, col grosso dell’esercito, perchè così avrebbe potuto, per via di terra o di mare, venire in aiuto di Gallotti, di Briganti e di Melendez, se assaliti da forze maggiori, tra Reggio e Bagnara. Pianell non aveva forse preveduto uno sbarco, anzi il maggiore sbarco d’insorti, con Garibaldi alla testa, a Melito, tra il capo Spartivento e il capo dell’Armi, quasi alle spalle di Reggio. Ma Vial, sorpreso, non eseguì quel piano, nella stessa guisa che il Melendez e il Briganti non ubbidirono a lui. Melendez non si mosse da Bagnara, come si è detto, e Vial, esaurite tutte le vie per richiamarlo all’obbedienza, lo abbandonò a sè stesso, esclamando: “È un c...., che non vuol sentire; si vada a far buggerare„. Nè questi disaccordi erano la sola debolezza dell’esercito regio. Oramai, ne soldati, ne ufficiali sentivano più la forza del proprio dovere; l’ambiente che li circondava, era veramente ostile, ma la fantasia meridionale faceva loro vedere pericoli e nemici più di quanti ve ne fossero davvero. Il nome di Garibaldi esercitava un fascino misterioso sui