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glietto curioso, scritto col lapis su carta molto ordinaria, e che diceva cosi: “Garibaldi è sbarcato con ottomila uomini. Avvisate Agostino subito subito che scendano sopra Reggio - firmato: Nino Plutino, e con un poscritto più curioso: il corriere che viene fatelo fare colazione„.1 Non vi fu bisogno di mandare alcun avviso agli insorti di Aspromonte, i quali, saputo che Garibaldi era sbarcato, per le vie dei monti scesero a Melito, si unirono a lui ed entrarono con lui e con Bixio a Reggio. Non arrivavano in tutti a tremila. Entrarono in Reggio nella notte del 21, e al loro appressarsi, vi fu da principio lo scambio di alcune fucilate con le truppe accampate sulla piazza del duomo, sotto il comando del colonnello Dusmet, e poi un vero combattimento, con molti morti e feriti. Il Dusmet, circondato dai suoi ufficiali, era nel portone del palazzo Ramirez. All’appressarsi dei garibaldini, ordinò all’artiglieria di avanzarsi, e dandone egli stesso l’esempio, si slanciò ad affrontare il nemico. Colpito a tradimento da una fucilata quasi a bruciapelo, cadde, e cadde morto con lui nel breve combattimento, un suo figliuolo ventenne. Unico esempio di personale valore nell’esercito regio, dal giorno che Garibaldi sbarcò a Melito, sino a Napoli! Il grosso della guarnigione si ritirò nel forte, comandato dal vecchio generale Gallotti, il quale, si disse dagli scrittori legittimisti, che facesse entrare per tradimento i garibaldini nella città, ma non fu vero. La piazza si arrese il 22.

Tutte le forze regie in Calabria, sotto il comando del maresciallo Vial, che aveva il quartier generale a Monteleone, ascendevano a circa ventimila uomini. Giambattista Vial, figlio del vecchio generale, non era mai stato al fuoco; era lettore appassionato di romanzi, suonatore di piano e ballerino discreto. Si godeva i sontuosi pranzi di casa Gagliardi, a Monteleone; e la sua noncuranza arrivò al punto, che, se in mezzo alla conversazione gli veniva recapitato un dispaccio, egli, senza aprirlo, lo cacciava in tasca dicendo: “poi se ne parla„.

Occupata Reggio, mentre Garibaldi, a rapide marcie, si dirigeva su Monteleone, i generali Melendez e Briganti, accampati tra Villa San Giovanni e Bagnara, non si mossero, e solo il Briganti mandò due compagnie in ricognizione sulla via di Reggio. Queste scambiarono poche fucilate inconcludenti coi

  1. Archivio Plutino.