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vato affetto alla memoria di Maria Teresa, escludono qualunque cospirazione da parte di lei; assicurano ch’essa amava il figliastro, nè era capace di tradirlo e narrano che, quando Francesco II si ammalò di vaiuolo al Quirinale, durante la dimora in Roma, mentre, temendo il contagio, nessuno di famiglia lo avvicinava, Maria Teresa, per assisterlo, contrasse lo stesso morbo. Ma ciò non toglie che sia verissimo quanto ho narrato circa i fatti di Foggia, l’incidente tra il Re e Filangieri e tra Filangieri e Maria Teresa, essendovi prove inconfutabili, le quali furono anche avvalorate dalle istruzioni date da Cavour al conte di Salmour, che giunse a Napoli pochi giorni dopo: istruzioni che contenevano anche quella di ottenere dal Re, che la regina Maria Teresa fosse allontanata dalla capitale.


Finchè visse Ferdinando II, i legami della famiglia reale furono strettissimi: morto lui, tutto rallentò e rallentarono anche quei vincoli. Persino la Rizzo mutò contegno, il che irritava singolarmente Maria Teresa. Donna Nina largamente secondava Maria Sofia nei suoi gusti bizzarri, e soprattutto nello strano desiderio di rinnovare troppo spesso le sue gioie. Fu anche osservato e lo si affermò, non senza malizia che, divenuta Regina, Maria Sofia si mostrasse più affettuosa col Re. Avevano comune a Capodimonte quel ricco letto dove avevano dormito Francesco I e Isabella, e sul quale si vedono ancora le iniziali F. I. A Napoli, dove andarono dopo la sommossa degli Svizzeri, presero stanza nell’appartamento sulla darsena, al piano della splendida terrazza e dormivano anche insieme, come insieme uscivano quasi ogni giorno in vettura.

Qualcuno aveva notato che una vera intimità coniugale era cominciata fra i giovani sposi a Caserta, circa un mese dopo il ritorno da Bari, quando fu veduto il padre Borrelli avere lunghi e intimi colloquii con la Rizzo e poi col principe ereditario. La Rizzo aveva, come si è già detto, confidato al padre Borrelli che il matrimonio non fosse stato consumato, perchè Francesco si decideva di andare a letto, quando la moglie era stata già vinta dal sonno, e dal suo levarsi di buon’ora e con ogni cura, per non svegliarla. Il Re era pieno bensì di deferenza con Marie, regalandole bomhons e fiori, ma aveva un’invincibile timidità di accostarsi a lei, e al più si limitava a baciarle e ribaciarle la fronte o la mano.