Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/323



CAPITOLO XV


Sommario: Ultimo numero del Giornale di Sicilia sotto i Borboni e primo numero sotto la Dittatura — Monsignor Naselli, arcivescovo di Palermo e suoi rapporti con Garibaldi — Garibaldi nella cattedrale di Palermo e Giudice della Monarchia — La liberazione dei nobili — Feste ed entusiasmi popolari — La condotta dei giovani patrizi — La guardia del palazzo dittatoriale — Graduati e militi — I siciliani a Milazzo — Il principe di Scalea ed Emanuele Notarbartolo di San Giovanni — Ricordi interessanti — Caricature ed epigrammi sull’esercito — Il colonnello Buonopane e suoi precedenti — Le accuse contro di lui — Gli altri generali borbonici in Sicilia — Confessioni di Maniscalco a Gaetano Filangieri — Il generale Clary — Particolari e sue lettere postume — Il capitano Sciacquariello — Giudizi sull’opera militare nell’Isola — Le Memorie di Pianell — L’opera di Cavour a Napoli — Sue inquietudini — Manda Visconti, Finzi, Ribotty, Devincenzi, Nisco, Mezzacapo e Schiavoni — Particolari inediti e curiosi — Svanisce il disegno di un pronunciamento militare — Confessioni di Emilio Visconti — Una lettera di Cavour, portata da Niccola Schiavoni.


L’ultimo numero del Giornale di Sicilia vide la luce il 26 maggio 1860, vigilia della Pentecoste e dell’ingresso di Garibaldi; e l’ultimo decreto, pubblicato in prima pagina, in corpo dodici fu quello, col quale don Angelo Maniscalco, in data del 9 maggio, veniva nominato effettivamente ricevitore della dogana di Messina. Era il primo figliuolo del Maniscalco e contava cinque anni. Quel decreto, riguardante un bambino, aveva tre volte la firma del principe di Cassaro, presidente del Consiglio dei ministri e ministro per la Sicilia, nonchè la firma del Lanza, col titolo di commissario straordinario con l’Alter Ego, e quella del Bracci, per certificato conforme. La nomina del piccolo Maniscalco a quel posto assai lucroso era stata il regalo di battesimo fattogli