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fila dei nemici loro; e fu anche effetto di quel certo senso di leggerezza o irrequietezza, che distingueva la marina napoletana e un po’ della sua tradizione. Francesco Caracciolo aveva fatto altrettanto nel 1799.


Alla richiesta di armi, di truppe, di gendarmi, da parte degl’intendenti, alla dissoluzione crescente, ai parziali sbandamenti militari, ai disordini, alle diserzioni variamente provocate, che non mancavano, il governo tentò provvedere, in ultimo, con questa circolare, diretta il 29 agosto da Giacchi agli intendenti e sottointendenti, e che è importantissima, come la constatazione ufficiale dello sfacelo e dell’impotenza del ministero:


Le condizioni in che versiamo, non sono le più felici, e sarebbe follia farsi illusione del contrario. Da tutte parti vengono a questo Ministero novelle di disordini e domande che vi si provvegga, mandando forze regolari, per contener gli animi nella moderazione e nel rispetto dovuto alla pubblica potestà ed ai diritti dei singoli cittadini. Ma sciaguratamente sembra che i mandatari del potere non s’abbiano formata un’idea giusta dello Stato, del paese e de’ mezzi che sono in poter loro, per resistere alla piena delle passioni politiche, che meglio si direbbero egoistiche, le quali spingono alla reazione da un lato, a contrari! eccessi dall’altro. L’esercito (dovrebbero essi saperlo) non è in grado di molto operare per la quiete interna del Regno, distratto com’è contro le esterne aggressioni, nè d’altra parte gioverebbe sempre usare il braccio militare a reprimere e contenere i perturbatori dell’ordine pubblico, quando a conseguire lo stesso scopo vi fossero altri modi più. civili e più alle presenti condizioni accomodati. 1


E loro consigliava di mettersi d’accordo con gli uomini d’ordine, con i proprietari di terre, con gli ecclesiastici, e di usare della guardia nazionale. “S’informino le signorie loro, continuava, a questo gran principio della salute pubblica, ed io spero, anzi me ne vanto certo, troveranno, fino ne’ più piccoli villaggi, tanto che basti a tener testa a’ tristi sommovitori de’ popoli contro il presente ordine di cose„. E concludeva: “Degli effetti ne terrà loro gran conto la patria„.

Questa circolare è proprio la fotografia del momento. L’Omnibus notò che essa rivelava l’impotenza del governo e aggiunse:“tal’è la condizione presente, e noi crediamo che in tal condizione di cose il partito più logico sia quello che non cerca

  1. Archivio Giacchi.