Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/32


— 24 —

Maria Teresa aveva voluto che accanto alla giovane duchessa di Calabria fosse posta una donna di sua fiducia, la quale venisse abituandola a quell’ambiente di Corte, in cui non doveva esistere che una volontà sola, quella della Regina. Aveva creduto di trovare questa donna nella Rizzo, marsigliese di origine e vedova con parecchi figliuoli di un credenziere di Corte, morto cadendo da una scala a chiocciola della Reggia di Napoli. La Rizzo era presso i quarant’anni: non bella, ma piacente e vivacissima e furba assai più che non convenisse. Maria Teresa, per non farla montare in superbia, non aveva voluto che fosse nominata azafatta, ma avesse l’ufficio più umile di donna di camera. Tutte queste cautele di Maria Teresa non dovevano però riuscire a nulla. Chi poteva immaginare una successione così fulminea? Francesco aveva sempre avuti per la matrigna i maggiori riguardi e la chiamava mammà e le ubbidiva in tutto, forse in cuor suo non amandola. Morto il padre, non so se intendesse quanto sarebbe stato minore il dolore della Regina, se egli, Francesco, non fosse esistito o non avesse preso moglie; ovvero, morto il padre, avesse abdicato a favore di suo fratello, il conte di Trani. Ma invece il giovane Re fu sempre correttissimo verso la matrigna, come apparve anche nell’esecuzione del testamento paterno, e spesso seguì i consigli di lei che non furono mai i più savii.

La giovane Regina, invece, cominciò a rivelar subito una volontà propria, quasi non le paresse vero di scuotere quella specie di compressione, in cui per opera della suocera era vissuta a Bari e a Caserta. Nessuna dimostrazione di vero affetto la Regina fece mai alla duchessa di Calabria in quei quattro mesi; nè era umano che nutrisse affetto per lei, futura Regina e tedesca, perchè altra caratteristica dell’indole di Maria Teresa fu quella di non mostrare affetto o premura per i suoi parenti di Austria, e la venuta di sua sorella Maria e del fratello Guglielmo, nell’occasione delle nozze, fu piuttosto cagione di noia che di compiacenza per lei.


Non è dunque a maravigliare, se, data una situazione come questa, venisse fuori la voce di una congiura da parte della Regina madre, per sbalzare dal trono Francesco e sostituirgli il figliuolo di lei, il conte di Trani. Persone intime di Corte negarono il concorso suo nella cospirazione, ma altri l’affermarono