Sommario: Il Comitato dell'Ordine e il Comitato d'Azione — Giacchi chiama Spaventa e De Filippo — Paure generali ma infondate — Particolari curiosi — Il funerale a Guglielmo Pepe — Tutti divengono liberali — La condizione del ministero — Colloquio fra D’Ayala e Pianali — Pianell rifiuta il pronunciamento dell’esercito — Maniscalco a Napoli e sua partenza per Marsiglia — Il passaporto — La guerra ai reazionarii — La Guardia Nazionale — Alcuni Consigli di Stato — La situazione nelle provincie — A Taranto — Due rapporti del sottointendente d’Isernia — La famiglia reale — Un rapporto su Murena, Palumbo, Governa e De Spagnolis — Gaeta centro di reazione — La sorveglianza su Maria Teresa — Sospetti sul conte d’Aquila — Pretesa cospirazione di lui e suo esilio dal Regno — Una lettera di Luigi Giordano — Il conte di Siracusa — La sua lettera del 24 agosto al Re — Dopo la sua morte — La contessa di Siracusa e Giuseppe Fiorelli — I rapporti di Manna e di Lagreca — In Sicilia — Depretis prodittatoro — Garibaldi a Messina e il manifesto di Emanuele Pancaldo — L’attentato contro il Monarca — Lo “squagliamento„ della Marina — Anguissola e Vacca — I pochi fedeli — Il giudizio della storia — Sintomatica circolare di Giacchi e un proclama reazionario.
Erano giorni di esaltazione e di generale trepidazione insieme. Spaventa aveva assunta la direzione effettiva del Comitato dell’Ordine, che si ricostituì con Pier Silvestro Leopardi, per presidente, Gennaro Bellelli per segretario, e con un Consiglio direttivo, formato da Rodolfo d’Afflitto, Andrea Colonna, Saverio Baldacchini, Giuseppe Pisanelli, Antonio Ranieri, Cammillo Caracciolo, Giuseppe Vacca, Gioacchino Saluzzo, Antonio Ciccone, Luigi Giordano, Costantino Crisci, Mariano d’Ayala, e lui, Spaventa, che spingeva, con grande energia, quasi sfidando il governo, il lavoro diretto a far insorgere le provincie continentali, soprattutto la Basilicata e la Calabria, prima che Garibaldi sbarcasse sul continente, o almeno prima che arrivasse a Na-