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la bandiera della monarchia di Savoia, e l’esercito e l’armata del Napoletano a difesa d’Italia. La sera del 3 agosto, Niccola Nisco tornò a Napoli e, per incarico di Cavour, andò subito a trovare il Nunziante. Lo trovò costernato, perchè, venuto in sospetto di promuovere un “pronunciamento„ tra i cacciatori, gli era stato ingiunto di partire, tra ventiquattr’ore, per l’estero. Difatti partì, la mattina dopo, assicurando il Nisco che, a qualunque costo, ad ogni avviso di Cavour sarebbe tornato, per servire la causa italiana. Andò in Isvizzera; fu richiamato di là, dopo pochi giorni, da Cavour; tornò a Napoli, ma restò a bordo della Maria Adelaide col Persano, come appresso si dirà.
Caratteristici sono i due giuramenti prescritti dopo l’Atto Sovrano, per gl’impiegati e per i militari. Il giuramento, che dovevano prestare gl’impiegati, fu redatto l’otto luglio e merita di esser riferito:
“Prometto e giuro innanzi a Dio fedeltà ed ubbidienza a Francesco II, Re del Regno delle Due Sicilie, ed esatta ubbidienza ai suoi ordini; prometto e giuro di compiere, col massimo zelo e con la massima probità ed onoratezza, le funzioni a me affidate; prometto e giuro di osservare e di fare osservare la Costituzione del 10 febbraio 1848, richiamata in vigore da S. M. il Re N. S. con R. Decreto 1° luglio 1860; prometto e giuro di osservare e di far osservare le leggi, i decreti e i regolamenti attualmente in vigore; e quelli che saranno sanzionati e pubblicati in avvenire nei termini della Costituzione medesima; prometto e giuro di non volere appartenere ora nè mai a qualsivoglia associazione segreta. Così Dio mi aiuti„.
Ai militari, schierati nelle città dov’erano di presidio, i comandanti leggevano ad alta voce la Costituzione, e gridavano, prima, tre volte, Viva il Re; poi, tre volte, Viva la Costituzione: grida che i soldati dovevano anche tre volte ripetere. Il giuramento, dato dalle truppe a Gaeta, fu cagione, come si vedrà, di denunzie e di accuse, perchè, tranne quello d’artiglieria, gli altri reggimenti non vollero ripetere Viva la Costituzione; e al triplice grido di Viva la Costituzione, risposero invece con un triplice grido di Viva il Re.
Della libertà di stampa si abusava in tutti i sensi. Videro la luce giornali e giornaletti d’ogni formato, quasi tutti, per