Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/262


— 254 —

da stringere sempre più i legami che Ci uniscono a’ popoli che la Provvidenza Ci ha chiamati a governare.

A quest’oggetto siamo venuti nelle seguenti determinazioni:

1° Accordiamo una generale amnistia per tutti i reati politici fino a questo giorno;

2° Abbiamo incaricato il commendatore D. Antonio Spinelli della formazione d’un nuovo Ministero, il quale compilerà nel più breve termine possibile gli articoli dello Statuto sulla base delle istituzioni rappresentative italiane e nazionali;

3° Sarà stabilito con S. M. il Re di Sardegna un accordo per gl’interessi comuni delle due Corone in Italia;

4° La nostra bandiera sarà d’ora innanzi fregiata de’ colori nazionali italiani in tre fasce verticali, conservando sempre nel mezzo le armi della nostra Dinastia;

5° In quanto alla Sicilia, accorderemo analoghe istituzioni rappresentative che possano soddisfare i bisogni dell’Isola; ed uno de’ Principi della nostra Real Casa ne sarà il Nostro Vicerè.

Portici, 25 giugno 1880.

firmato: Francesco.


Il dì seguente, il Giornale Ufficiale s’intitolò Giornale Costituzionale del Regno delle Due Sicilie, e il 27, annunziò il nuovo ministero, così costituito: Antonio Spinelli, presidente del Consiglio; Giacomo de Martino, ministro per gli affari esteri; Gregorio Morelli, per la giustizia; il principe di Torella, Niccola Caracciolo, per il culto, ed, interinalmente, per la pubblica istruzione; Giovanni Manna, per le finanze; Federigo del Re, per l’interno e polizia generale; il maresciallo Giosuè Ritucci per la guerra; il vice-ammiraglio Francesco Saverio Garofalo per la marina; il marchese Augusto Lagreca per i lavori pubblici; l’avvocato Liborio Romano, prefetto di polizia. Il De Martino era ministro di Napoli a Roma; Morelli, procuratore generale della Corte criminale di Salerno; Del Re controllore generale alla tesoreria; il maresciallo Ritucci, uno dei più vecchi generali, e il retroammiraglio Garofalo, uno dei più vecchi ammiragli, fratello del maresciallo barone Gaetano, e che, come questi, aveva servito in gioventù sotto Murat, ed era stato ufficiale sulla nave comandata dal Bausan, la quale, accerchiata dalla flotta inglese, riuscì a traversarne le fila ed entrare nel porto di Napoli; e, da ultimo, il principe di Torella era succeduto da pochi anni nel titolo a suo padre Giuseppe, che fu ministro di Ferdinando dopo il 16 maggio. Del vecchio ministero restò soltanto Carafa per