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ma di decidersi. Il risultato del colloquio del De Martino con Pio IX fu quello, che veramente decise Francesco II a pubblicare l’Atto Sovrano. Il Papa volle essere a lungo informato della missione compiuta dal De Martino a Parigi, e la loro conversazione, ondeggiante di argomento in argomento, fu più accademica che politica, più sentimentale che concludente. Il rapporto del 24 giugno del De Martino rivela tutto l’affannoso imbarazzo, in cui egli si trovò innanzi al pontefice, e gl’imbarazzi dello stesso Pio IX, il quale approvava l’amnistia; riconosceva necessario dare istituzioni separate a Napoli e alla Sicilia, ma faceva vivaci riserve sulla proposta di alleanza col Piemonte, per la parte che riguardava i diritti della Santa Sede “diritti, egli diceva, che una tale alleanza avrebbe compromessi, e coi diritti sacrosanti della religione non vi è mai transazione a farsi„. I consigli del Papa vinsero dunque anche le ultime riluttanze del Re, il quale, la mattina del 25, si decise a sottoscrivere l’Atto Sovrano, e lo firmò da solo, senza neppure la controfirma del presidente dei ministri che cessava dall’ufficio, ne di quello che lo assumeva. Nella notte dal 22 al 23 fece chiamare Filangieri, che giunse a Portici la mattina di buon’ora. Informatolo di quanto era avvenuto, gli chiese, se anche lui era dello stesso avviso dei suoi ministri. Filangieri gli rispose, che al punto cui si era pervenuti forse non era da fare altro. E la sera del 24 volle anche interrogare il padre Borrelli, dicendogli: “La Regina e quelli, che la consigliano, vogliono che io dia la Costituzione, tu che ne pensi?„ Il padre Borrelli lo scongiurò a respingere tale consiglio: “La Costituzione avrebbe affrettata la rivoluzione„. Il Re rispose: “Non posso seguire le tue idee, benché le creda giustissime„; e il frate: “Si ricordi Vostra Maestà di questo giorno, ch’è il 24 giugno, festa di S. Giovanni, l’ultimo giorno, forse, che io bacio la mano al Re di Napoli„.

Il Giornale Ufficiale pubblicò, la sera del 26, il tanto atteso Atto Sovrano, che era questo:

Atto Sovrano.


Desiderando di dare a’ Nostri amatissimi sudditi un attestato della nostra Sovrana benevolenza, Ci siamo determinati di concedere gli ordini costituzionali e rappresentativi nel Regno in armonia co’ principii italiani e nazionali in modo da garentire la sicurezza e prosperità in avvenire e