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e non essendo riuscito a Ferdinando II di rinnovarle, aveva preferito accordarsi, per altri cinque anni, coi comandanti dei quattro reggimenti e del battaglione di artiglieria. Il governo federale lasciò correre, ma a una sola condizione, che non si chiamassero più reggimenti svizzeri, e difatti, da quell’anno si chiamarono ufficialmente reggimenti esteri. Alla fine del 1869 scadeva dunque il quinquennio, e fra il governo napoletano e il governo federale, fin dal gennaio di quell’anno, cominciarono le trattative, per tornare alle vecchie capitolazioni, o almeno per ottenere che continuasse l’accordo intervenuto con i comandanti dei reggimenti. Le trattative, per conto del governo napoletano, erano condotte dal Canofari: trattative laboriose, le quali non lasciavano sperare alcun esito favorevole, sia per effetto dei nuovi tempi, sia perchè nella Dieta il partito radicale era in prevalenza, e sia infine per le accuse mosse dall’Europa liberale al governo svizzero, in seguito ai fatti del 16 maggio in Napoli ed alle giornate di Messina e Catania.

Bisogna ricordare anche che, oltre al Re di Napoli, il Papa aveva al suo soldo due reggimenti svizzeri, i quali si erano battuti con valore a Vicenza nel 1848. Mutato l’animo del pontefice, quei reggimenti non si erano mostrati molto disposti a seguire gli ordini del generale Zucchi, che principalmente con loro voleva ristabilire l’ordine. In seguito a questa resistenza, i comandanti, fra i quali era il Latour, furono destituiti e i reggimenti svizzeri sciolti, rimanendo al soldo del pontefice pochi ufficiali, fra i quali ricordo il Kolbermatter, che fu poi ministro della guerra del Papa, il De Courten e il De Goddy. Furono questi e pochi altri, che più tardi ricomposero un nuovo reggimento svizzero, il quale domò l’insorta Perugia fra le stragi e i saccheggi, quattro giorni dopo la battaglia di Solferino, quando cioè in tutta Europa le idee liberali erano prevalenti nei governi e nella stampa. Quei fatti, per la natura loro e per i gridi di protesta che sollevarono dovunque ne giunse l’eco, eccitarono nella stessa Svizzera uno sdegno così forte contro gli assoldamenti, che la quistione venne agitata di nuovo nella Dieta federale, e fu deliberato che i reggimenti svizzeri stipendiati da Stati esteri, che poi erano Napoli e Roma, perdessero la cittadinanza d’origine, nel tempo che erano sotto le armi, e fosse loro proibito di portare sulla bandiera del proprio reggimento lo stemma can-