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il rifiuto d’Ischitella e di Nunziante, potrebbe parere inesplicabile a chi ignora quanto misera fosse la condizione militare del Regno: tutti generali vecchioni, che non valevano più di Lanza, e in Sicilia occorreva mandare un vecchio generale, preferibilmente siciliano. Il Filangieri, che lo aveva avuto per suo capo di stato maggiore nella spedizione di Sicilia, portava di lui opinione un po’ diversa, e riconosceva che l’arrivo del Lanza a Palermo era stato in coincidenza con la vittoria di Garibaldi a Calatafimi, la quale distrusse quel po’ di morale rimasto nell’esercito. Rideva anche lui, Filangieri, di alcune ingenuità del Lanza, il quale, giunto a Palermo, proprio l’indomani di Calatafimi, chiedeva con interesse a Domenico Gallotti, che gli dava la consegna del palazzo Reale, se le carrozze e i cavalli, che erano nelle scuderie, gli appartenevano; e avutone in risposta che gli appartenevano come luogotenente, incaricava lo stesso Gallotti di telegrafare ai figli a Napoli che vendessero i cavalli e le carrozze di casa.

Il principe di Satriano che portava a Francesco II sincero affetto, tornò a visitarlo, il giorno 16; ma il Re non gli parlò di politica e il vecchio generale riparti per quella stessa villa De Luca, a Pozzopiano, odiato dagli zelanti e dagli strateghi, intimi, ascoltati e funesti consiglieri di Francesco; ma non volendo prender partito coi liberali antidinastici, perchè egli era dinastico e voleva l’autonomia del Regno, ma di potente e civil Regno, con una Costituzione, la quale limitasse sì alcuni poteri del principe, ma rendesse i ministri responsabili solo verso di lui.

Pochi giorni dopo il suo ritiro a Pozzopiano, avvenne un altro incidente. In un pomeriggio di giugno, mentre, disteso sopra una poltrona, il principe di Satriano leggeva il suo favorito Journal des Débats, un servo gli annunziò che una lancia a vapore della regia marina si accostava alla villa, e che nella lancia aveva veduto il Re. Filangieri si ritirò nella sua camera. Francesco II si trattenne con lui più di un’ora, in colloquio segreto. Quando il Re andò via, Gaetano Filangieri corse dal padre, e lo interrogò sul colloquio. Ma il vecchio rispose: “J’ai réfusè„ e non disse altro, nè altro si seppe di quella visita. Lasciò Napoli il giorno 11 agosto, diretto, con la moglie inferraa, per Marsiglia. Da circa due mesi non aveva più veduto il Re. Lasciava Napoli con la convinzione, che