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et pour le poursuivre. Tutto questo non avrebbe nesso logico con la rotta su Palermo, pour connaître l’endroit, secondo egli dice, où devait débarquer la brigade tout entière, ou deux bataillons seulement. 1 E perciò anche questo incidente rimane un mistero; e se la responsabilità del fatto debba attribuirsi al Bonanno o al brigadiere Salazar, il quale comandava i cinque vapori da guerra che trasportarono la brigata, non vi è alcun documento che lo attesti.

Il principe di Castelcicala, costretto a chiedere le sue dimissioni, non ebbe, dopo il 16 maggio, alcuna responsabilità diretta o indiretta negli avvenimenti di Sicilia, e tornò a Napoli, dove non fu ricevuto dal Re. Il giorno 22 maggio, primo anniversario della morte di Ferdinando II, egli assistette ai solenni funerali, che furono celebrati nella chiesa di San Ferdinando. Pochi gli rivolsero la parola, volendosi vedere in lui il solo responsabile delle cose di Sicilia. Quella cerimonia fu lugubre sotto ogni rapporto, e parve davvero il funerale della Monarchia. Nominato consigliere di Stato, il Castelcicala ebbe avviso di tenersi a disposizione del governo per una missione di fiducia, che non ebbe più. Lasciò Napoli il giorno 8 settembre, accompagnato dal suo fido segretario Domenico Gallotti, dopo aver invano chiesto di seguire il Re a Gaeta. Egli mori a Parigi nel novembre del 1866, senza aver più veduto Francesco II e fu questo, credo, il maggior dolore della sua vita, che cercò di sfogare in quella lettera al principe della Scaletta, di cui ho riportato innanzi il brano più caratteristico.




  1. Le prince de Castelcicala. — Paris, Imprimerie de Dubuissons et C. 1866.