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sarebbero sbarcati a Marsala il giorno 12 maggio, mettendo Garibaldi fra due fuochi e tagliandogli la ritirata. Egli era persuaso di aver fatto il suo dovere, avvisando il Re subito che lo sbarco a Marsala era avvenuto, richiedendo i due battaglioni e avendone in risposta che questi sarebbero sbarcati a Marsala il di seguente. In seguito a tali assicurazioni, egli aveva mandata nella notte analoghe istruzioni al generale Landi e al maggiore Sforza, di concertare i loro movimenti con le truppe che dovevano sbarcare il 12 a Marsala, provenienti da Napoli. Questi battaglioni arrivarono tre giorni dopo, perchè si disse che Nunziante proponesse farli venire dal campo degli Abruzzi. Non due battaglioni di cacciatori, ma quattro battaglioni di fanteria e una batteria di artiglieria furono fatti imbarcare nella notte del 12 maggio a Gaeta, sotto il comando del generale Bonanno, alla volta di Palermo, dove avrebbero ricevute le irruzioni. E giunsero a Palermo la mattina del 14, troppo tardi per raggiungere Marsala e servire allo scopo. Ecco le precise parole del principe di Castelcicala, che tolgo dalla sua lettera degli 11 dicembre 1864, diretta all’Union di Parigi.


Conformemente al piano fissato da prima, tre battaglioni cacciatori partendo da Napoli dovevano rendersi immediatamente sul posto dove lo sbarco di Garibaldi sarebbesi effettuato. Il 10 maggio io ricevetti il primo avviso dello avvicinarsi di Garibaldi e lo trasmisi immediatamente alla flotta, il comandante della quale mi accusò ricezione del mio dispaccio. L’11 Garibaldi sbarcò a Marsala. Il giorno stesso il Capo del Governo ne fu avvertito e promise per l’indomani l’invio a Marsala dei battaglioni cacciatori.

Queste truppe non giunsero mai. Vogliano coloro, che si occupano di redigere la storia di questi deplorevoli avvenimenti, ricordare questo fatto la cui importanza fu suprema! Io lo ripeto e lo preciso. L’1l maggio 1860 un’ora dopo mezzogiorno io ricevetti l’avviso dello sbarco di Garibaldi: ad un’ora e dieci minuti trasmisi la notizia a Napoli, domandando i promessi battaglioni; alle cinque e mezza giunse la risposta; si prometteva per l’indomani, 12, l’arrivo a Marsala dei chiesti rinforzi.

Il generale Landi, che comandava in Alcamo, ed il prode maggiore Sforza, che io aveva inviato lo stesso giorno a Trapani con un battaglione, ricevettero nel corso della notte le mie istruzioni per concertare i loro movimenti con quelli delle truppe attese da Napoli. Queste truppe non si videro mai.

Il 13 allorché acquistai la triste convinzione che non bisognava più contarci, riunii le forze di Landi e di Sforza, dando loro l’ordine di marciare innanzi. L’autore della Cronaca dice che il battaglione di Sforza da Girgenti fu spedito in Alcamo per rinforzare Landi. No, no: il battaglione