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rola, e fui io stesso che in momenti pericolosi dovetti distruggere quella lettera, insieme con molti altri documenti„.1 Ma chi veramente indusse Garibaldi a far la spedizione, appena un mese dopo il 4 aprile, fu Francesco Crispi, il quale, prima a voce e poi in iscritto, aveva promesso agli amici di Sicilia che, al primo annunzio di rivolta nell’Isola, Garibaldi vi sarebbe sbarcato, per mettersi alla testa della rivoluzione. Il nome del duce era popolarissimo nell’Isola, come lo era nelle provincie continentali del Regno. “Il di lei affacciarsi in questa contrada non sarebbe meno della tromba del giudizio che nella gran notte richiama gli estinti, gli scriveva il Comitato di Messina; venga, signore, e questa contrada risuonerà i suoi vesperi„.2




  1. Negli ultimi fascicoli dell’Archivio storico Siciliano, che pubblica quella benemerita Società di storia patria, il signor G. Paolucci ha stampato un interessante studio, dal titolo: Rosolino Pilo, memorie e documenti, dal 1857 al 1860. È quanto di più completo si sia scritto finora sopra la figura più temeraria dell’insurrezione siciliana. Pilo fu davvero il precursore di Garibaldi; fu colui, che tenne vivo il fuoco della rivolta in quel mese di maggiori sgomenti, che corse dalla tentata e soffocata insurrezione della Gancia, allo sbarco a Marsala. Morì combattendo a San Martino, il 21 maggio. I documenti pubblicati dal Paolucci gettano molta luce sugli avvenimenti di quei giorni.
  2. Cospirazione e rivolta, monografia di Raffaele Villari. — Messina, tip. D’Amico, 1881.