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Tunisi. Il Benza giunse a Palermo, raccomandato da La Farina al principe Antonio Pignatelli e si disse inviato da Cavour, anzi parente di lui e intimo del Re. L’accompagnava sua moglie, bellissima donna; viaggiavano con sfarzo signorile e vennero fatti segno alle più simpatiche accoglienze da parte dei giovani del patriziato, dai quali furono dati ricevimenti e conviti in onor loro. Il Benza ebbe questa missione in Sicilia, come ne ebbe una l’anno appresso a Roma, ed un’altra nel 1862 ad Atene, Costantinopoli e Bukarest. Era uno di quegli agenti di fiducia di Vittorio Emanuele, che Cavour adoperava secondo le circostanze. Il Benza consigliava d’insorgere, ma quando però l’insurrezione presentasse sicurezza di riuscita e offrisse al Piemonte l’occasione di poter intervenire, in modo occulto o palese, secondo il caso. Egli non poteva non destare i sospetti della polizia, dalla quale fu tenuto d’occhio, e il luogotenente non mancò riferire a Napoli che era giunto a Palermo questo agente piemontese, festeggiato da parecchi giovani dell’aristocrazia. E quando egli s’imbarcò per Napoli, lo stesso luogotenente inviava al ministro di Sicilia questo curioso rapporto: 1
Oggetto Sul Piemontese ENRICO BENZA |
Palermo, 21 febbraio 1860. | ||
S. M. resta inteso ed ordina che si sorveglino rigorosamente: | Eccellenza,
Il Cav. Enrico Benza, che formò argomento del mio foglio del 14 dello stante, n. 271, il giorno 18 s'imbarcava sul Vesuvio per cotesta Capitale. Il funzionario di Polizia di questa delegazione marittima ne avvertiva il Commissario di Polizia di quella di Napoli, e gli accennava che forse qualche carta criminosa poteva trovarsi sulla persona o nel bagaglio di questo sospetto viaggiatore. Egli fu accompagnato a bordo da undici persone, parte giuocatori, parte novatori, i cui nomi stanno a manco scritti. Corse voce due giorni innanzi la sua dipartita che il Benza dovea essere latore di una lettera al Re Vittorio Emmanuele, per dimandare l'Annessione e che questa petizione sarebbe stata firmata dalle persone più cospicue del paese. Molto si è parlato di questa supplica, ma nessuno l'ha veduta e firmata. Negli ultimi di sua dimora in questa città, il Benza si ha dato un'importanza politica ed ha fatto intendere con linguaggio che sconfinava al ciarlatinismo (sic) che una commissione si aveva dal Conte Cavour, che dice essere suo Cugino. Questo straniero debba essere severamente sorvegliato. Tolgo a premura far ciò palese a V. E. per la debita sua intelligenza.
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Barone Riso | giocatore | ||
Epaminonda Rudinì | id. | ||
Duca Cesarò | id. | ||
Cav. Sciara | id. | ||
Figli del Cav. Palizzolo | novatori | ||
Francesco Brancaccio | id. | ||
Principe Pignatelli | id. | ||
Cav. Carcano | id. | ||
Marchesino Rudinì | id. | ||
Riservata | |||
- ↑ Archivio Brancaccio