Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) II.djvu/151


— 143 —

E poiché non bastavano, il poeta aggiunse:

Ma voi saper volete
Dove beltà riposa?
In Gaetan Mondello
E Salvator La Hosa,


perchè anche costoro la pretendevano a belli. E tra gli eleganti non va dimenticato l’ingegnere Niccolò Ardizzone, poeta satirico e parente del barone Spitaleri.

Catania, che possiede oggi quel giardino pubblico Bellini, indiscutibilmente uno dei primi di Europa, e il giardino fuori porta Uzeda, sul mare, non ne aveva nessuno prima del 1860. Suonava la musica alla Marina, fra la porta suddetta e il palazzo arcivescovile, e si fittavano le sedie, al grido burlesco tradizionale: Franchi di cimici, mentre i venditori di piccoli biscotti offrivano la loro merce, gridando: Nciminati ’n facci ’a musica. 1 Il popolo accorreva numeroso a sentire la musica, come correva numeroso in piazza Stersicorea, per assistere alle parate militari. Sulla piazza, dov’è ora il monumento al Bellini, sorgeva una statua di Ferdinando II; in piazza degli Studi e proprio innanzi all’Università, sorgevano le statue di Carlo III e di Ferdinando IV, e in piazza dei Cereali, quella di Francesco I. Di tutte queste statue oggi non ve n’è più una. 2

Meschine le locande. Va ricordata quella di don Salvatore Abbate, filodrammatico, il quale recitò con Salvini nell’ottobre del 1868. L’albergo più antico e forse migliore, era quello in piazza del duomo, dietro l’elefante; ma quando diluviava, ingrossandosi il fiume Amenano, che una volta scorreva nella città, e raccoglieva nel basso anche le acque delle colline vicino alla sua foce, i forestieri vi rimanevano bloccati. V’era pure la locanda della Colomba, che serviva ai ritrovi amorosi, e ancora esiste in via Zappalà Bozzomo.

Maestro di scherma più reputato era quel Blasco Florio, che

  1. Vuol dire: coperti di sesamo e di fronte alla musica.
  2. Furono del pari distrutte le altre che sorgevano nel Fôro Borbonico, oggi Italico, di Palermo. Delle bellezze di questi, e di altri monumenti che abbellivano ed arricchivano quella passeggiata, fa una viva descrizione il Palermo nella Guida di Palermo, riprodotta poi dal Di Marzo Ferro e che è il più completo libro del genere.