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e aveva fama di liberale. Si trovava quella sera in sua casa il ministro di Spagna, Bermudez. Fu detto al commissario che il principe era assente, mentre invece stava in casa. Il commissario non lo credette, penetrò nel salotto e chiese chi fossero i due signori che vi trovò. Bermudez rispose, declinando la sua qualità di ministro di Spagna, e soggiunse che l’altro era il suo segretario. Il poliziotto fece un inchino ed uscì, ma non persuaso della cosa, aspettò giù nel portone che il Bermudez andasse via, e gli tenne dietro sino al palazzo della legazione di Spagna. Col Bermudez uscì anche il principe di Camporeale, che passò quella notte e altre successive alla legazione di Spagna, sino a quando non potè lasciar Napoli.

Un’altra burla fu fatta alla polizia da Luigi de Gennaro, genero del Ferrigni, e che abitava col suocero. Si sapeva che il Ferrigni sarebbe stato arrestato; e quando i birri andarono a casa sua e chiesero di lui, si presentò loro il De Gennaro e disse: Eccomi qui, son io; e avendo quelli osservato che era troppo giovane, donna Enrichetta Ferrigni, signora di vivace ingegno e sorella di Antonio Ranieri, rispose loro seriamente: “L’ingegno e la fama non si misurano dai peli del mento„. E così arrestarono il supposto Ferrigni e lo condussero in prefettura; ma qui giunto e introdotto dal prefetto di polizia, fu scoperta la burla. Il giovane De Gennaro se la cavò con un mesetto di carcere, e il Ferrigni, che prima riparò in casa di Giovanni Manna e poi dai Craven, ottenne che il mandato d’arresto non avesse seguito. Ma quegli arresti non facevano più paura, anzi si disse che qualcuno si fosse lasciato arrestare, o fosse fuggito a sfogo di vanità. Si sentiva nell’aria che i tempi erano mutati e accennavano a mutazioni maggiori. Non vi furono processi, e molti arrestati vennero posti in libertà, quando il generale Caracciolo di San Vito, nei primi giorni di giugno, fu nominato direttore di polizia, e l’Ajossa fu licenziato come un cattivo servitore. Dopo che lasciò l’uffizio, andava protestando, che molti di quegli arresti erano dovuti alla polizia occulta, rappresentata da Nunziante e da Scaletta; ed è caratteristico un colloquio, che egli ebbe con Gaetano Filangieri, e che riferirò più innanzi.

Memorabile fu la settimana santa di quell’anno. Il Re, la Regina e i principi in gran lutto, seguiti da numerosa Cor-