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da inerme, mettevano su prestamente uomini loro e ne formavano una piccola banda, la quale, bendandosi il volto e puntati i fucili contro i viandanti, gridava forte il tradizionale: faccia a terra, e li spogliava d’ogni avere. La gendarmeria del vicinato non di rado teneva mano a questi ladri di occasione. Erano noti fra i più celebri organizzatori di piccole bande improvvisate, i tavernari dello Scorzo sulla via delle Calabrie, e del Passo di Mirabella sulla via delle Puglie; anzi si affermava che costoro fossero vecchi avanzi delle bande di Ruffo. Si preferiva perciò viaggiare in molti, con tre o quattro carrozze, portare il fucile carico a palla e scendere nei luoghi più pericolosi, coll’arma tra le mani, per istornar qualche agguato. Vero è che negli ultimi anni del regno di Ferdinando II c’era una discreta sicurezza nell’attraversare quei luoghi, ma la fama antica accendeva le fantasie e le paure. Avanti che si costruissero le strade rotabili, cioè fino ai primi anni di questo secolo, si aveva l’abitudine di far testamento prima d’intraprendere il viaggio dalle provincie a Napoli. Le tre grandi strade per le Calabrie, le Puglie e gli Abruzzi segnarono una vera rivoluzione nel viaggiare. E si abbreviarono le distanze anche di più negli ultimi anni del regno di Ferdinando II, quando fu impiantato un quotidiano servizio postale fra Napoli e le provincie, del quale potevano profittare sin cinque viaggiatori, e le cui corse, con cambi frequenti di cavalli, non faceano soste neanche la notte. Viaggiare nella posta era viaggiare da signori; ma se si risparmiavano le locande, erano di rito le laute mance ai postiglioni e al corriere. Ma i più preferivano l’antico sistema di viaggiare con le carrozze di Avellino, perchè si riposava la notte, si andava in compagnia e c’erano le fermate caratteristiche di Ariano e di Avellino.
Più comuni i viaggi nei capiluoghi delle provincie o dei tribunali. Vi si andava per affari giudiziarii o amministrativi, o anche per l’apertura di un teatro, perchè generalmente i capiluoghi di provincia avevano un teatro, e parecchie città della stessa provincia, un teatrino. Quello di Bari, bellissimo, dopo quindici anni di lavoro e ottantacinquemila ducati di spese, fu inaugurato il 4 ottobre 1855; ed oltre a Bari, avevano, nelle Puglie, teatri o teatrini stabili Barletta, Trani, Molfetta, Bitonto, Foggia, Cerignola, Lucera; e teatri d’occasione, quasi tutt’i co-