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guarnigione, che per parecchi anni fu il primo di linea, comandato dal colonnello Giuseppe Pianell, il quale lasciò di sè grato ricordo, bastava a mantener l’ordine uno sciocco ma temuto caporale di gendarmeria, certo Piccione, il quale nei rapporti ufficiali usava la formula: Noi don Placido caporal Piccione.

Nei capiluoghi di mandamento, la vigilanza era esercitata dal giudice regio, che riuniva in sè le funzioni giudiziarie e di polizia; e negli altri paesi dai gendarmi o dal capo urbano, il quale si arrogava talvolta anche la facoltà di mandare gli attendibili, per qualche ora, al corpo di guardia o, come si soleva dire, al fresco.


I reazionarii trionfavano. Essi schernivano gli attendibili e non mancavano di denunziarli per rancori personali, o per vendette partigiane. Ad ogni più lieve sospetto di perturbazioni o cospirazioni, il ministero di polizia ordinava perquisizioni domiciliari degli attendibili, più noti per grado sociale o per cultura, e guai se si fosse trovata una carta men che innocente. La diffidenza e il sospetto quasi generali, perchè il governo era divenuto un partito. Nelle amministrazioni comunali erano stati inesorabilmente destituiti tutti coloro, che, durante il breve periodo costituzionale, furono assunti agli uffici municipali; e decurioni, eletti e sindaci furono scelti tra i più fidi reazionarii. Purchè fossero manifestamente fedeli al Re e godessero una discreta opinione in fatto di morale e di religione, non si richiedeva altro requisito. Gl’intendenti, nominati dai ministeri costituzionali, corsero la stessa sorte dei sindaci, e quando erano traslocati, si temeva sempre di peggio. Restò proverbiale il saluto che un signore di Trapani fece all’intendente Rigilisi, il quale, nel congedarsi perchè trasferito altrove, assicurava che il suo successore era meglio di lui. “Megghiu lu tintu pruvatu — gli fu risposto — ca lu megghiu a pruvari„ .1 Industrie, commerci, miglioramenti economici, venivano in seconda linea. Si tentò qualche cosa per gli stabilimenti di pubblica beneficenza, ma con poco profitto. Il Consiglio degli Ospizi, che nel capoluogo accentrava e dirigeva ogni minuto particolare delle amministrazioni locali di carità, veniva preseduto dall’intendente, ma n’era vice-

  1. Val meglio il brutto provato che il bello da provare.