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collocato in riposo nel gennaio del 1861. La trasformazione del cancelliere maggiore nel segretario generale, come si chiama oggi, avvenne in persona di Francesco Dinacci, che successe al Moltedo, ed ebbe alla sua volta per successore nel 1877, Carlo Cammarota, uomo di gran valore amministrativo e vera pietra angolare di quell’immensa azienda, in tutti questi anni di vita municipale agitatissima. Il Cammarota è oggi in riposo, come si è detto.
L’illuminazione costava 78 000 ducati, ma tranne Toledo, Chiaja, la Marina e Foria, scarsamente illuminate da rari fanali di un gaz molto scialbo, il resto della città era rischiarato ad intervalli da lampade ad olio e da lumi accesi sotto le sacre immagini, secondo i buoni ammonimenti del padre Rocco. Le spese di culto e di beneficenza assorbivano parecchie migliaia di ducati. Cinquecento ducati si spendevano per la festa del Corpus Domini, e al tesoro di San Gennaro se ne pagavano 4000 per il mantenimento della cappella del santo, come si pagano anche oggi. Le spese di culto per le chiese parrocchiali raggiungevano la cifra di circa quindici mila ducati, e per le riparazioni a dette chiese se ne spendevano quattro mila. Le offerte annuali ai santi patroni non costavano meno di due mila ducati, ed egual somma si stanziava pel dono da umiliarsi a Sua Maestà (D. G.) nella ricorrenza della Santa Pasqua e del Santo Natale. Questi doni consistevano, ordinariamente, in ortaggi e frutta fuori stagione, vitelli di Sorrento, lavori di ebanisteria ed altre cose pregiate o fastose, che i sindaci per ingraziarsi il Re di volta in volta, vi aggiungevano, sicchè la somma prevista era sempre superata. Il dono più sfarzoso che si ricordi, fu quello fatto a Ferdinando II dal sindaco Carafa, nel Natale del 1866, allo scopo di procurarsi, come si disse, la riconferma nell’ufficio sindacale per un altro triennio. Ma non gli riusci, nonostante che il Re, quando gli fu presentata la proposta di metterlo in riposo, dicesse: “Oh! mi dispiace assai di doverlo mandare a casa, proprio adesso che mi ha fatto quel bel regalo„. Nel Natale del 1869, a Francesco II il Decurionato offrì in dono una scrivania con sedia di ebano e tartaruga, e un armadio con finimenti di bronzo, stile Luigi XV. Il lavoro fu eseguito dall’ebanista Beniamino Perris, al quale si pagarono 750 ducati. Questi doni si trasportavano in modo solenne: era quasi una processione da Mon-