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cino, e poi rispose Cavour, il quale ebbe in quella circostanza uno degli scatti più felici della sua eloquenza. Egli notò che il console del Piemonte a Messina era un messinese, avente le sole funzioni di console locale, e che i fatti furono molto esagerati, mentre il console del Piemonte a Palermo informò sempre fedelmente il governo di quanto avveniva. E soggiunse: "Non mandammo un naviglio a Messina, e il deputato Brofferio ce ne accusa. Ma le nostre parole e la nostra politica non tendono a eccitare o appoggiare in Italia scomposti, o vani e insensati tentativi rivoluzionarii. Intendiamo noi diversamente la rigenerazione Italiana. Noi seguimmo sempre una politica franca e leale senza linguaggio doppio, e finchè saremo in pace cogli altri potentati d’Italia, non impiegheremo mezzi rivoluzionarii, né cercheremo di eccitar tumulti o ribellioni. Se avessimo voluto mandare un naviglio, per suscitare indirettamente moti rivoluzionari, avremmo, prima di farlo, rotta la guerra e dichiarate apertamente le nostre intenzioni. Quindi, e lo dichiaro altamente, io mi compiaccio del rimprovero rivoltomi dal deputato Brofferio. Rispetto a Napoli, rispondo con dolore al deputato Brofferio. Egli ha ricordato fatti dolorosissimi: scoppio di polveriere e navi con perdite di molte vite e un attentato orrendo. Egli ha parlato in modo da lasciar credere che quei fatti sian opere del partito Italiano. Io li ripudio, li ripudio altamente, e ciò nell’interesse stesso d’Italia (Vive approvazioni). No! Questi non son fatti, che possano apporsi al partito nazionale Italiano: son fatti isolati di qualche illuso disgraziato, che può meritar pietà e compassione, ma che devon essere stigmatizzati da tutti gli uomini savi, e principalmente da quelli che hanno a cuore l’onore e l’interesse d’Italia (Bene)„.

Parlò anche il Mamiani, il quale enfaticamente esclamò, che "Re Ferdinando, per quanto ignora tutte le arti generose del regnare nel secolo XIX, altrettanto conosce a maraviglia tutte quelle del Medio Evo„. Il Brofferio non si mostrò sodisfatto della risposta di Cavour e replicando, concluse: "Il deputato Mamiani ha detto: Questa povera Italia, flagellata e battuta non si stenderà mai nella tomba, e i tiranni quando vorran toccarne il cuore, sentiranno i palpiti e diranno: Essa vive! . . . Sì: vive, ma non della vita che noi le abbiam data. Vive l’Italia del sangue che le fluisce nelle vene, che la scalda dal sepolcro, e tocca a noi risuscitarla interamente, non lasciarla coperta di