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Spedalotto di Paternò aveva presentata istanza nel 1850, la moglie di lui, ma da Napoli venne risposto negativamente. E nel 1859, quando Filangieri assunse la presidenza del Consiglio dei ministri, le domande di rimpatrio si ripetettero, e il Maniscalco, in data 8 giugno 1859, inviò a Napoli un elenco di venticinque emigrati, che avevano ridomandato di tornare. Erano tra questi lo stesso marchese Spedalotto di Paternò, Stefano Interdonato, i fratelli Cianciolo di Palermo e i Gravina di Brolo. E sulla lettera del Maniscalco, il Filangieri scrisse di suo pugno queste significanti parole: "Si conservi, per rammentare che il Real Governo, in opposizione del mio parere, ebbe torto di non aderire alle domande di questi venticinque emigrati e di trattarli bene, mantenendo un’invisibile vigilanza, perchè così facendo quasi tutti gli emigrati sarebbero rientrati, e sotto gli auspici del conte di Cavour, non si sarebbe formata quella consorteria, che ha tanto nociuto agli ultimi sovrani del Regno delle Due Sicilie„.1
Ad Alfredo Sala, che con grande deferenza scrisse del principe di Satriano nei suoi Souvenirs de six mois, pubblicati nell’Illustration, e nei quali narrò con pittoreschi colori la sua dimora in Sicilia, egli scrisse, il 13 febbraio 1866, una lettera, che si chiudeva con queste parole: "Lorsque le ministre des affaires de Sicile décida le Roi, mon Auguste Souverain, à ajourner indéfiniment la construction des ponts et des routes, dont cette Ile avait un aussi urgent besoin, j’acquis la triste conviction que le désaccord complet entre la manière de penser du chevalier Cassisi et la mienne sur les questions, qui d’après mes opinions intéressaient plus directement le bien être de cette partie du Royaume, m’imposait le devoir de solliciter de Sa Majesté ma retraite. L’ayant obtenue, il ne me reste maintenant qu’ à faire des voeux, pourquoi la marche que l’on a adoptée et l’administration de mon successeur puissent produire la prospérité des Siciliens et leur faire aimer le Roi. Dii faxint!„.2
Ma finchè visse non dimenticò le grandi amarezze, delle quali il Cassisi gli avea data cagione, e dai suoi appunti traggo questi brani caratteristici, i quali a me pare abbiano importanza per la storia: