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Vi fu di peggio. Il principe di Satriano aveva vinta la contrarietà di Cassisi alla ricostituzione delle compagnie d’armi, ma non ne vinse un’altra, addirittura iniqua. E qui sarà meglio lasciar la parola allo stesso Filangieri: "Fra gli errori politici della restaurazione — egli scrive — vi fu il non volersi riconoscere il mutuo forzoso, imposto dalla rivoluzione. Ora, tra i creditori per tal causa vi fu il Monte di prestanza di Palermo e per una somma di ducati 32 000 all’incirca, ritratti dalla rivoluzione, mediante il pegno di certi argenti appartenenti a chiese. Restituiti per giusto consenso del Re questi argenti, io proposi di salvare da una mezza rovina uno stabilimento sì interessante ai bisognosi, mettendo a carico dello Stato la somma prestata su quel pegno. Ma un rescritto cassisiano dispose che rimanesse a carico del Monte la perdita; e quantunque avessi rimostrato, e con gravi ragioni insistito nella mia proposizione, rimase fermo il cennato rescritto„.1 Cassisi detestava insomma il luogotenente e non gli risparmiava sarcasmi e difficoltà, e fu a lui attribuito "l’ostinarsi del Re — sono parole del Filangieri — nonostante le mie insistenze a non venire a Palermo, allorquando nell’ottobre del 1862 erasi recato ed accolto con festevole entusiasmo, in Messina e Catania„. Erano questi gli umori fra il ministro di Sicilia a Napoli e il luogotenente in Sicilia, ben noti al Re, che li alimentava non senza diletto, allorché scoppiò più clamoroso il dissidio per la faccenda delle strade.

Dotare la Sicilia di ponti e di strade era, come ho detto, la parte essenziale del programma del Satriano. Allo sviluppo delle risorse naturali dell’Isola, era condizione indispensabile unire i capoluoghi a Palermo, congiungerli fra loro e coi centri più popolosi. Il luogotenente voleva compiere quest’opera al più presto, per averne tutto l’effetto, ma la spesa non era consentita dalle risorse ordinarie del bilancio siciliano. Uno dei metodi adoperati, per rendere accetta la restaurazione, fu di tener basse le imposte, specie la fondiaria, che rappresentava l’uno e mezzo per cento sull’imponibile, allo scopo di favorire la classe dei possidenti. E poiché il Filangieri aveva imposto un piccolo aggravio di venti grana (85 centesimi) sulle aperture, cioè balconi,

  1. Archivio Filangieri.