Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/49


— 33 —

nelle Calabrie per gli strumenti agricoli. La sera stessa si benignava esprimere, che il dì appresso avrebbe rese liete le officine della sua Reale presenza.

Infatti questa visita desiata ebbe il suo compimento, e la M. S. tenendo presenti le posizioni, in cui è lo Stabilimento, rimase soddisfatto di tutto e di tutti: notò i progressi fatti dopo la sua prima venuta, si compiacque delle macchine o dei loro congegni. La Sovrana ispezione fu penetrante e minuta; fu notato lo stato delle fabbriche, delle cadenti coperture, dei canali, delle prese, di tutto. E quella grande intelligenza scovrì immediatamente che le condizioni attuali finanziarie, lungi dal poter fare immegliare i processi delle manifatture, non erano valevoli a riparare i tanti danni.

La Maestà del Re si compiaceva quindi esternarmi le sue intenzioni. Esse si riducono alle seguenti, che ho l’onore qui appresso di consegnarle, signor Ispettore:

1° Apertura di una strada per le miniere, passando per lo stabilimento di Ferdinandea, affine di diminuire il prezzo delle materie prime;

2° Traversa di congiungimento colla strada dell’Angitola, per la facilità dei trasporti delle produzioni;

3° Attivazione della Ferdinandea, senza trascurare in nulla la Mongiana, nello scopo di dare da vivere agli abitanti di quei con vicini paesi;

4° Ritornare all’esplotazione della Grafite di Olivadi per lo stesso scopo;

5° Vendita del ferro duttile nelle tre Calabrie, onde appagare le numerose suppliche ascoltate dalla M. S. per la fabbricazione degli strumenti di Agricoltura, ed altro;

6° Riduzione della Mongiana a Colonia Militare, come S. Leucio, in vista di rendere anche questo punto un Nucleo di difesa;

7° Apertura delle Filiazioni;

8° Essere scarso il numero degli Uffiziali qui adibiti atteso lo sperperamento delle officine.

La M. S. inoltre per le suppliche dei creditori della gestione 1848 e 1849, porzione del quali hanno contro mandato di arresto, ed alla mia risposta, con cui le feci noto per quanto stragiudizialmente io sapeva, Ella con favorevole avviso avea inoltrato i rendiconti di questi anni, comandava che colla massima sollecitudine venissero liquidati.

Il Re N. S. esternò anche il desiderio che la Chiesa fosse convenevolmente ingrandita e decorata.

Da ultimo la prelodata M. S. nel congedarsi la mattina del 18 m’impose di manifestare all’ordine del giorno il suo pieno contento, così per le varie officine dello Stabilimento, come per la tenuta di questa truppa di artiglieria.


La sera del 18 si giunse a Monteleone, senza fermarsi a Pizzo. Erano colà convenuti i vescovi di Mileto, di Tropea e di Squillace. Questi vescovi, il sindaco Mannella, quasi tutta la popolazione con le confraternite, precedute dai rispettivi stendardi, uscirono fuori del paese ad incontrare il Re, mentre le campane