Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/445


CAPITOLO XXI


Sommario: La prima operazione chirurgica — H Re peggiora — Consulto con Lanza, Prudente e Palasciano — Prognostici di Lanza — Il segretista Manigrasso — I bollettini dei medici — Monsignor Gallo porta il viatico all’infermo — Scena commovente — Raccomandazioni di Ferdinando II ai fratelli — Le notizie politiche — La partenza del granduca di Toscana — Un episodio — I consigli al duca di Calabria — La ferita di Agesilao Milano — Il Re e il dottor Capone — Il testamento — La fortuna privata del Re — Ferdinando II riceve l’olio santo — Sue parole — La commozione della famiglia reale — Le ultime parole del Re — La morte — Difficoltà della Regina per l’imbalsamazione — Il Giornale Ufficiale — Il pittore Caldara e i suoi dipinti — L’atto di morte — Inesattezze degli scrittori legittimisti e liberali — Una vita di Ferdinando II — Leggende ed esagerazioni circa la morte del Re.


Sin dal giorno che il Re tornò a Caserta, erano venuti a visitarlo, come ho detto, il Rosati, primo medico di camera e i chirurgi De Renzis e Trinchera, e si tenne da essi il primo consulto. De Renzis e Trinchera confermarono la diagnosi, riconoscendo trattarsi di una raccolta di pus nella regione iliaca destra, per effetto della coxalgia. Convennero tutti nella necessità di operare senza indugio, per ottenere l’uscita della materia ed arrestare l’assorbimento. E allora chiamarono il Capone, e a lui, che era il più giovane, commisero di eseguire l’operazione nella regione posteriore della coscia, sul punto indicato dal Trinchera, il quale sperava di determinare così una più facile corrente di pus. Ma, eseguita l’incisione, non si trovò materia, e soffrendo l’infermo atroci dolori, si dovette sospendere, medicare la ferita e non fare altro per qualche giorno. Trinchera s’era sbagliato sul punto del taglio. E aumentando le sofferenze,