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comparve a Monaco: il giorno della richiesta ufficiale, 22 dicembre 1858; il giorno del matrimonio, 8 gennaio 1859, e il 13 gennaio, quando la sposa parti. Una principessa bellissima e giovanissima, cresciuta in un ambiente non volgare, ardita e fantastica come suo padre e le sue sorelle, e vivace come la madre, non era la più adatta a entrare veramente nella Corte napoletana, immagine di tristezza, di vecchiezza e di pregiudizio; nè a divenire moglie di un principe bonaccione e credulone, soggiogato dagli scrupoli religiosi e inesperto della vita, che non aveva conosciuto mai donne, anzi le fuggiva, facendosi rosso nel viso quando non ne poteva evitare gli sguardi, e con un suocero giovane e vigoroso, soggiacente alla imperiosa volontà della Regina, matrigna del principe ereditario e austriaca.

Ma a tanta disparità intrinseca Ferdinando II non badò più che tanto, persuaso che avrebbe fatta lui l’educazione della principessa ereditaria: pretensione e leggerezza tutta borbonica, dalla quale non bastò a stornarlo l’esempio del suo primo matrimonio con Maria Cristina di Savoia, la cui educazione e le cui tendenze erano tanto diverse dalle sue.

La richiesta ufficiale venne fatta dunque, con grande solennità, il 22 dicembre a Monaco, dal conte Ludolf, ministro di Napoli. Era aggiunto di legazione Domenico Bianchini, oggi direttore capodivisione al ministero degli affari esteri, il quale ebbe l’incarico di presentare alla sposa sopra un cuscino di velluto il ritratto del fidanzato, dopo che la sposa ebbe dato pubblicamente il suo assenso. Era una miniatura ovale, molto fine. Francesco vi era raffigurato in costume di ufficiale degli usseri della guardia, e a tutti fece buona impressione. Corse la voce che fosse offeso in un occhio, tanto che una principessa di Corte ne chiese, riservatamente, al ministro e all’aggiunto, i quali si affrettarono a smentirla. Il matrimonio religioso ebbe luogo, con la stessa solennità, il giorno 8 gennaio. Procuratore dello sposo fu il principe Luitpoldo, fratello del Re e attuale Reggente. Il 13, la sposa lasciò Monaco, accompagnata dal fratello Luigi, dalla contessa Rechberg, dama di palazzo, dalla baronessa di Taenzl-Tratzberg, dama d’onore, dal tenente colonnello Heüsel, aiutante di campo del duca di Baviera, e da donna Nina Rizzo, mandata da Napoli come cameriera personale della giovane duchessa e che divenne via via, come si dirà,