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nelle opere dei grandi maestri. Tornato a Palermo, divenne professore di architettura civile, e via via si affermò architetto di potente ingegno. Ingrandì il palazzo dei ministeri, rifece il teatro di Santa Cecilia, la facciata e il vestibolo dell’Università, costruì i primi molini a vento e fu il braccio destro di Vincenzo Florio, innalzò l’ospizio di beneficenza e, nominato nel 1855 ispettore di ponti e strade, compi altri lavori d’interesse pubblico. Era un architetto di gusto. Nella villa Florio all’Arenella costruì una sala da pranzo in istile gotico, così ben riuscita, che l’imperatore Niccolò di Russia, visitandola, fece rilevarne i disegni e ne volle una simile a Pietroburgo, la quale, in memoria di Palermo e dell’architetto, chiamò sala Arenella. Morì a 53 anni, nel 1865.

Nella facoltà di scienze fisiche e matematiche insegnava astronomia don Domenico Ragona Scinà, nominato nel 1850 direttore della Specola, dopo che fu destituito Gaetano Cacciatore, figlio del celebre Niccolò. E quando nel 1860 tornò il Cacciatore alla Specola, il Ragona Scinà, dopo alcuni anni, fu mandato all’Università di Modena. Giuseppe Inzenga era sostituto alla cattedra di agricoltura. Vera competenza in fatto di scienza agraria, aveva fama di liberale e di spirito spregiudicato in fatto di religione. Scriveva versi dialettali, che rispecchiano queste sue tendenze, non sempre di buona lega. Anche in tarda età, vegeto o robusto, dirigeva l’istituto agrario Castelnuovo ai Colli, che la munificenza del principe Carlo Cottone lasciò a scopo di pubblico insegnamento. Dirigeva inoltre gli Annali dell’agricoltura siciliana, effemeride non priva di valore. Indomabile nella sua avversione ai Borboni, fu più tardi indomabile avversario della parte moderata, del Papa e dei preti. Era un libero pensatore, cui piaceva la vita allegra e gioconda. Insegnava botanica ed era direttore dell’Orto, don Vincenzo Tineo, che di numerose scoverte aveva arricchite le scienze naturali. Prima d’insegnar botanica, il Tineo aveva dettate lezioni di materia medica. Altro esempio d’intelletto versatile fu più tardi Agostino Todaro, che gli successe nell’insegnamento della botanica. Insigne avvocato prima, da competere coi maggiori, e poi insigne botanico, morì nel 1892, senatore del Regno.

Ricorderò fra i professori della facoltà giuridica Giuseppe Mario Puglia, sostituto alla cattedra di diritto penale, avvo-