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Casa Trabia fu chiusa in quegli anni ad ogni festa o conviti. Il vecchio principe era inconsolabile per la lontananza del primo figliuolo, il principe di Scordia e Butera, che era stato ministro durante la rivoluzione, e poi uno dei 43 esclusi dall’amnistia. Il vecchio principe morì nel 1855, senza il conforto di rivederlo, perchè il governo di Napoli non permise che l’esule tornasse. Il principe di Butera sopravvisse al padre di pochi mesi soltanto, essendo morto a Parigi nel giugno dello stesso anno, come si dirà più innanzi. E della borghesia vanno ricordate le riunioni in casa Amari e Ondes, e quelle tanto interessanti in casa Bracco, dove intervenivano Corrado Lancia di Brolo e Andrea Guarnieri, oggi senatori; Domenico Peranni, che poi fu benemerito sindaco di Palermo, e quel Benedetto Travali, che divenne segretario generale della segreteria di Stato della Dittatura e poi direttore del Tesoro. Casa Bracco fu centro di cultura e di liberalismo in quegli anni. La padrona di casa era sorella di Emerico Amari. Del circolo dei Cavalieri o casino dei nobili, annesso al teatro Carolino, facevano parte nobili di antico lignaggio e perciò difficili vi erano le ammissioni. Vi si ballava più volte nell’anno, ed erano forse i balli più sontuosi, ma la vita del club si affermava piuttosto di giorno. Si preferiva passar la sera con le signore, reputandosi molto chic, finito il teatro, correre nelle case dove si riceveva e rimanervi fino ad ora tarda. Palermo, più di Napoli, era ed è anche oggi una città dove si vive molto la notte.

Una parte del patriziato dimorava a Napoli e ricorderò, tra gli altri, il vecchio principe di Cassaro, Antonio Statella, don Vincenzo Ruffo, principe della Scaletta, capitano delle guardie del Corpo e brigadiere effettivo nell’esercito, il principe di Aci, maggiordomo e il giovane marchese della Sambuca, il quale, seguendo a Napoli suo padre, il principe di Camporeale, cavallerizzo maggiore, vi sposò la bellissima Laura Acton nel 1847. Il vecchio principe di Cassaro, unico suddito del Re delle Due Sicilie insignito del collare dell’Annunziata, per aver condotto a termine da ministro le trattative di matrimonio tra Ferdinando II e Maria Cristina di Savoia, era uomo di assai mediocre levatura, ma retto. Borbonico convinto, tutto d’un pezzo e senza paura, fu l’ultimo primo ministro di Francesco II, Re assoluto, ultimo ministro di Sicilia a Napoli e capo di quella numerosa famiglia