Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 264 — |
al rialzo o al ribasso, dando luogo a differenza di prezzo, liquidato mese per mese da appositi agenti o sensali, come oggi usa per i fondi pubblici ed i valori.
Due sale attigue alla Borsa, a sinistra del gran portone del palazzo di San Giacomo, dalla parte del Largo del Castello, erano riservate alla contrattazione della rendita pubblica, nelle ore, in cui la Borsa stava chiusa. Le riunioni per le contrattazioni dei grani e degli olii, nelle prime ore del mattino e nella sera, si tenevano da molti anni nel primo caffè a due porte, accosto a un estaminet, con sale di bigliardo, dirimpetto al Castelnuovo, all’angolo opposto, dove era il teatrino del Sebeto. Questo estaminet era condotto da uno svizzero. Sentita la necessità di un locale più adatto. Salvatore Ferrara e Michelangelo Tancredi, seniore, regio agente di cambii e trasferimenti, tolsero in fìtto, verso il 1834, presso lo Spedaletto, la vastissima sala dell’antico sedilo de’ nobili di Porto, detta poi Sala di S. Giuseppe, per la vicina chiesa omonima. Nell’alta volta di quella sala era dipinto uno stupendo affresco, rappresentante il martirio di S. Gennaro. Sull’area di quell’unica sala fu poi edificato il presente albergo di Ginevra. La Sala di S. Giuseppe fu decorata con busti e con ornamenti in legno, e non mancavano gabinetti per la lettura dei giornali francesi e inglesi. Dopo qualche anno, avendo il Ferrara e il Tancredi subite gravi perdite, cedettero il locale ad altri. I negozianti veri, i così detti speculatori, cioè scommettitori a scadenza, che giocavano sul vuoto, i sensali patentati, e i moltissimi non patentati, detti marroni, quando non intervenivano alla Borsa a San Giacomo, si riunivano in questa sala, ove trattavasi quasi esclusivamente di grani e di olii, esclusa la rendita.
Gli olii ed i grani, alla Borsa, si contrattavano in un modo speciale, che si adattava meravigliosamente alla condizione economica delle Provincie napoletane. Case di commercio, fornite di grandi capitali, avevano vasti magazzini in alcune città della costa, dove si raccoglievano le mercanzie, e mettevano questi magazzini a disposizione di proprietarii, che avessero voluto depositarvi le loro merci, con facoltà di ottenere anticipazioni di danaro, e stabilirne a loro beneplacito lo ammontare in qualunque tempo: la qual cosa era facile, poiché ogni giorno il listino della Borsa segnava il valore delle derrate. Grandi masse si forma-