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petizione al Re per l’abolizione dello Statuto, ma al Filangieri non bastò che il Senato di Palermo prima, e poi tutti i municipii dell’Isola votassero al Sovrano indirizzi di fedeltà e di ringraziamento, per la ottenuta ripristinazione dell’ordine, né che il Senato di Palermo votasse a lui la cittadinanza e una spada di onore, e quattro statue agli ultimi Re Borboni: egli si adoperò perchè ottantuno ex Pari sopra 160, e centotre ex deputati sopra 202, quasi tutti quelli che non erano fuggiti, sottoscrivessero, senz’aver l’aria di esservi costretti, umili suppliche al Re, dichiarando "di paventare il severo giudicio della storia, l’esecrazione della posterità, e di sentire il bisogno di dover svelare che sottoscrissero l’illegale atto per violenza„.

L’illegale atto era la decadenza dei Borboni dal trono della Sicilia. Se quelle firme non furono tutte ottenute spontaneamente, come il Filangieri affermò nel suo libro,1 — miniera di documenti interessanti — non si potrebbe affermare che vi fossero costretti con la violenza, perchè veramente non risulta da nessun documento, che qualcuno fra coloro, ex Pari o ex deputato, che si rifiutò di firmare, fosse punito o perseguitato. Gli esuli siciliani, a Parigi, a Londra e a Torino, protestarono contro le ritrattazioni; ma giustizia vuole si dica, che esse non furono tutte imposte dalla paura, ma solo, e per tutti, dal desiderio di quieto vivere. Ricorderò fra quelli che non firmarono, il barone Casimiro Pisani, il quale non subì molestie. Si narra che il principe di Palagonia, il quale era stato Pari, invitato a sottoscrivere, rispondesse: "Questi sono atti politici e collettivi; le dichiarazioni singole nulla aggiungono e nulla tolgono„; e firmò. Egli era andato a Caltanisetta a portare le chiavi della città di Palermo al Filangieri, col marchese Di Rudinì, monsignor Ciluffo, giudice della Monarchia, il conte Lucchesi Palli e l’avvocato Giuseppe Napolitani. Ma le contradizioni furono tante in quel periodo, che non è maraviglia se il Palagonia così operasse. Quella petizioni degli ex Pari e degli ex deputati non sono certo un documento di umana sincerità e di umano coraggio, anche per-

  1. Memorie istoriche per servire alla storia della rivoluzione siciliana del 1848-1849. (Italia, 1853). — È curioso che, mentre questo volume di circa 900 pagine, in grande edizione di lusso, fu pubblicato in Palermo dal nota editore Lao, il nome del Lao e il luogo di stampa non vi figurano.