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anni, a suo presidente il generale Filangieri, quando era direttore generale dei corpi facoltativi. Dopo il 1848 visse una vita anemica. Vi appartenevano come socii ordinarli, onorarii e corrispondenti, scienziati illustri di ogni parte d’Italia e dell’estero, ma l’Istituto non diè che ben magri risultati, come si vede consultando i suoi atti.


Erano frequenti anche le concessioni di fiere e di mercati. Il Regno era povero di vie di comunicazione; i bisogni del commercio sempre più insistenti, e i Comuni chiedevano e facilmente ottenevano la facoltà di tener fiere o mercati, almeno una volta l’anno. Avevano celebrità, in tutto il Regno, le fiere di Foggia, di Barletta, di Gravina, di Salerno, di Aversa, di Caserta, di Chieti e di Atripalda. Si contrattava principalmente in bestiame, e la fiera di Foggia era il gran mercato delle lane di Puglia. I liberali ne approfittavano per riunirsi senza sospetto e per manifestar voti, quasi sempre platonici. Erano le fiere anche uno scambio di conviti e di ospitalità, pericolose occasioni a giuochi d’azzardo, ma fortunate circostanze per annodar matrimonii. In tante famiglie di provincia si ricordava con compiacenza, che il matrimonio del nonno, o quello dei proprii genitori era stato concluso, o n’erano state iniziate le trattative in una fiera, o in una fiera i giovani si erano veduti e innamorati. E si ricordavano pure grosse perdite al giuoco, non essendo raro il caso, che ricchi possidenti, andati alle fiere di Gravina o di Foggia a vender bestiame, ne tornassero senza bestie e senza quattrini, perduti a zecchinetto. Caserta aveva due fiere: una straordinaria il giorno dell’Ascensione, sulla spianata della piazza d’armi, dove erano menati gli animali rimasti invenduti alla fiera di Aversa; e una ordinaria, dal 24 al 31 agosto, oltre il mercato ogni sabato. Il Re interveniva talvolta alle fiere di Caserta e si mescolava ai compratori e venditori, facendo anche degli acquisti. Era intelligente conoscitore di cavalli. Vincenzo Buonfiglio, ricco allevatore di Caivano, portò, una volta, in una delle fiere di Caserta, due puledri molto belli. Il Re conosceva il Buonfiglio ch’era sua guardia d’onore. Osservate le bestie, disse al padrone: "Quanto ne vvò di sti pulidri?1 Rispose il Buonfiglio, non senza imbarazzo: "Con vostra Maestà non si fa prez-

  1. Che prezzo vuoi di questi puledri?