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nile, tale sembrandogli per la sua desinenza e aggiungevano che firmasse Andreo. Il Re dava le così dette udienze pubbliche a Caserta, nel salone del pianterreno, e tutti ascoltava con pazienza, prendeva appunti e suppliche, moveva qualche interrogazione, ma guardava ben bene, fissandoli con le sue lenti, i supplicanti e poi, mettendo le suppliche tra le dita della mano destra, o piegandone un angolo, li licenziava. Era miope di primo grado. Non risparmiava ramanzine, anche violenti, se le suppliche si riferivano ai fatti del 1848. Nei primi anni dopo il 1849, quando si ritirò a Caserta, aveva la pazienza di ascoltare sino a 50 o 60 persone nei giorni di udienza; ma a Gaeta le udienze divennero rarissime. Innanzi tutto bisognava ottenere dal Prefetto di polizia, dall’intendente, il passaporto per Gaeta come per Caserta; fare un viaggio non breve; e quando si era giunti a Gaeta bisognava attendere avanti alla prima porta della fortezza, che il passaporto fosse vidimato dall’ispettore di polizia di servizio, o dal comando della piazza. Quando era ad Ischia, dava udienza nell’androne della casina reale, non essendovi, nell’unico piano superiore, sale per accogliervi i supplicanti. Il Re indossava costantemente la divisa militare, ma, pur essendo attaccatissimo agli ordinamenti della milizia, fino al punto da notare, a prima vista, se la divisa di un generale o di un soldato fosse d’ordinanza, dava sulla sua persona l’immagine del disordine. Vestiva la giubba di ufficiale di linea, mettendovi sopra capricciosamente le spalline e portava in testa il berretto di colonnello di stato maggiore. Negli ultimi anni il suo vestito era addirittura negletto, e la sua giubba non era sempre sine labe. Le volte, che lo si era visto in borghese, si contavano sulle dita. Non lasciava la divisa militare, che quando si recava alla fiera di Foggia prima del 1848; e fu grande la maraviglia di tutti, quando in un veglione dato al San Carlo nel carnevale del 1844, fu visto in marsina bleu scuro con bottoni d’oro, calzoni neri, panciotto bianco, cravatta bianca e cappello a cilindro non molto alto, passeggiare per la platea, rialzata al livello del proscenio, insieme con un gentiluomo di camera.


Benché religioso, gli riusciva intollerabile la compagnia degli ecclesiastici. Forse, fu per questo che quando nel 1848 mon-