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placca, ma d’argento. La verità è che i granoroce desideravano la placca in brillanti e furono assai dolenti della risoluzione del Re, sia perchè esteticamente sembrava più bella la placca d’argento, sia perchè credettero ferito il loro orgoglio, modificandosi quel segno, che loro ricordava la origine dalle crociate. I principali doveri dei decorati in ciascun Ordine erano la fedeltà e l’obbedienza al Re e la difesa della religione cattolica. Per appartenere agli Ordini di San Gennaro e di San Ferdinando si richiedevano quattro quarti di nobiltà, a meno che il favore del Re non supplisse al difetto del quarto o del mezzo quarto. Per gli altri occorrevano benemerenze civili o militari, secondo i casi. L’Ordine di San Gennaro era l’unico, che avesse solo il grado di cavaliere.
Erano cavalieri di San Gennaro i tre primi figli del Re e i suoi fratelli, e fra i grandi signori dell’aristocrazia, il principe di Bisignano, il duca d’Ascoli, il principe di Satriano, il principe di Campofranco, il duca di Bovino, il principe di Cassare, il principe di Torcila, il principe d’Ischitella, il cardinal arcivescovo Riario Sforza, il principe di Castelcicala e pochi altri: insomma il fior fiore del patriziato. I signori napoletani tenevano molto alla fascia di San Gennaro. A quest’Ordine e a quello di San Ferdinando era congiunto ordinariamente l’ufficio di maggiordomo o gentiluomo di camera. Essere maggiordomi o gentiluomini di camera con esercizio, significava stare dappresso al Re e alla Regina, nella Reggia e dovunque. I gentiluomini servivano la persona del Re, i maggiordomi la persona della Regina. Ogni giorno un gentiluomo e un maggiordomo, in mezza tenuta e per turno, erano nell’anticamera del Re per i ricevimenti o gli accompagnamenti; al teatro il gentiluomo portava l’occhialino del Re, il maggiordomo l’occhialino e il fazzoletto della Regina: l’uno e l’altro stavano nel palco reale, in piedi, dietro i Sovrani. Benché negli ultimi dieci anni la Reggia di Napoli rimanesse quasi deserta e la famiglia reale vivesse quasi di continuo a Caserta, i gentiluomini e i maggiordomi crebbero anche di numero.
Fuori del Regno erano insigniti dell’Ordine di San Gennaro l’Imperatore d’Austria e l’Imperatore del Brasile, i Re di Spagna, di Danimarca, di Prussia, del Belgio, di Baviera e il granduca di Toscana. Vittorio Emanuele non l’aveva, ma l’avevano