Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 173 — |
In quei tempi si riuniva nel caffè De Augelis a Toledo un gruppo di giovani liberali, quasi tutti studenti e, fra essi, Cesare e Giuseppe De Martinis, di Cerignola; Tommaso Arabia di Cosenza; Giovanni d’Erchia, di Monopoli; Antonio de Santis, di Altamura; Francesco Napoli, di Baronissi e Vincenzo Cosentino, di Palmi. Erano tutti cavurriani e non vedevano salute per Napoli, che nel Piemonte e in Casa di Savoia. Quello stesso caffè era frequentato dal Nocito, amico loro, però mazziniano molto caldo, e in istretti rapporti col gruppo mazziniano di Napoli, specie col Fanelli, per cui fra lui e i suoi amici non erano infrequenti le disputa, i dissensi e qualche volta corsero anche i pugni. Tranne il Nocito, nessuno di quelli conosceva il Milano.
La sera dopo l’attentato, certo De Stefano, conterraneo e casigliano del Nocito, richiese per questo un asilo a Cesare de Martinis e all’Arabia. Il Nocito si era per un momento rifugiato in casa di un signore inglese, in via di Chiaia. L’Arabia andò a prenderlo lì, e col De Martinis lo condusse prima in casa di Francesco Napoli, e poi presso lo scaccino della chiesa della Concezione a Monte Calvario, albanese anche lui. La polizia ricercava pure il Falcone, ma anche questi si era unito al Nocito. A un tratto, la casa dello scaccino fu visitata dalla polizia, ma i due ricoverati, scavalcando i tetti, potettero rifugiarsi in casa di Vincenzo Cosentino. Però a Napoli non erano sicuri; la polizia li cercava attivamente e su entrambi pose una taglia. Fu allora che, per trovare un asilo meno pericoloso, Giovanni Marini, il De Martinis e l’Arabia si rivolsero a donna Giulia Pandòla, che più tardi divenne marchesa D’Afflitto, e in quel tempo era vedova del barone Gennaro Compagna. Giovanni Marini ero amico dell’abate Gradilone, aio delle figlie della baronessa e albanese anche lui. Donna Giulia offerse il castello di casa Pandola, a Lauro, e colà i due fuggiaschi rimasero parecchi giorni. Ma non erano sicuri neanche in quel luogo. Occorreva farli imbarcare a qualunque costo. De Martinis si rivolse a Ferdinando Mascilli, il gran padre dei patrioti e cospiratori, ma il Mascilli, dopo pochi giorni, fu arrestato anche lui. La sua signora, donna Rosalia Cianciulli, per mezzo del dottor Poppi e del Read, corrispondente del Times, ottenne che il Nocito ed il Falcone fossero raccolti sulla Surprise, corvetta inglese, la quale