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processione dei Corpusdomini e quella dei Quattro Altari. Le truppe si schieravano lungo le vie, per le quali passava il corteo, e il Re con tutta la Corte a piedi prendeva parte alla processione. Nel giovedì e venerdì santo, i soldati senz’armi in drappelli, si recavano a visitare i sepolcri; e innanzi alla porta maggiore delle chiese come ai lati del sepolcro, si vedevan due sentinelle con i fucili capovolti, in segno di lutto. Nelle feste ciascun reggimento in armi sentiva la messa e all’elevazione la musica intonava l’inno reale. Se suonava l’avemmaria e un reggimento era a manovrare in piazza d’armi, i soldati dovevano inginocchiarsi e rimanere a capo scoperto mentre la musica intuonava l’inno della preghiera. Ferdinando II, in simili casi, dava il segno dell’alt, anche quando un reggimento di cavalleria moveva alla carica. Nel 1855, proclamato il domma dell’Immacolata Concezione, tutto l’esercito in alta tenuta assistè a una messa di ringraziamento, celebrata da monsignor Naselli, cappellano maggiore. E chi non ricorda la spettacolosa parata di Piedigrotta?1
La disciplina nell’esercito napoletano veniva mantenuta con pene severissime, persino crudeli, le quali aumentavano la paura dei soldati verso la persona del Re. Tutta la parte morale, che tiene oggi il maggior posto nell’educazione militare, allora non c’era, nè, dato il modo con cui quell’esercito si reclutava, poteva esistere. Non il sentimento del dovere, nè l’onore della divisa rattenevano il soldato dalle indisciplinatezze o dalle cattive azioni, ma la bacchetta e le legnate, pene che raggiungevano l’orrore di una flagellazione. Nell’esercito c’era la piaga della camorra, che non si riuscì a curare mai neppure con quelle terribili pene. Il condannato alle legnate veniva condotto nell’atrio della caserma, dove già il sua reggimento si trovava disposto in quadrato. Là era svestito e con le sole mutande veniva steso bocconi sopra una scranna di legno. Due caporali con un sottile bastone applicavano al disgraziato cinquanta o cento battiture, secondo la condanna, numerando i colpi ad alta voce. La pena della bacchetta era anche più dolorosa. Il colpevole, nudo sino ai fianchi, doveva passare e ripassare tra due file di soldati, i quali a suon di tamburo lo percuotevano sulle spalle,
- ↑ Le riviste militari si chiamavano parate.