Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/166


— 150 —

sioni e dove, all’ultima scena, l’Astrologo diceva al Marchese di Mantova con enfatico accento:

. . . . . . . . . . . . più chiara
E più santa impresa oggi tu puoi,
Ad Italia dar pace. Una tenzone
Cessar, che grami ben facea suoi figli,
Ma gloriosi non mai,


il suggeritore fu Giuseppe Fiorelli, allora segretario del conte di Siracusa e che poi, direttore del museo di Napoli, associò per sempre a Pompei il nome suo e per molti anni diresse gli scavi d’antichità del Regno d’Italia. Vecchio e cieco, ritiratosi dai pubblici uffici, morì pochi anni or sono quasi dimenticato. L’Astrologo della Certosa, cioè Cammillo Caracciolo, è morto da pochi anni. Fu ministro a Pietroburgo e a Costantinopoli e prefetto di Roma: ideologo di molto e simpatica ingegno, ma non mai contento di nulla. Il gentiluomo veneziano, Giovanni Barracco, è oggi senatore del Regno e fu per molti anni deputato: la politica non più lo seduce, ma l’arte non lo invecchia. La sua preziosa collezione di marmi antichi, congiunta oramai alla storia dell’arte e che egli ha il proposito di donare allo Stato, ne eternerà il nome. È un piccolo museo quella collezione, formata con intelligenza e passione e dove tutte le grandi arti scultorie, l’egiziana e l’assira, la greca e la romana, la cipriota e l’etrusca, sono rappresentate da esemplari copiosi e interessanti. Giovanni Barracco scrive pure sonetti politici che recita agli intimi. Marcello Spinelli succedette per breve tempo al principe Gaetano Filangieri nella presidenza del Museo artistico industriale; Marcello Gallo e Vincenzo Santorelli, son morti; e Alda, rassegnata santamente ai dolori della vita, trova conforto a questi nella carità, una carità che non si esaurisce e ne santifica il nome.


Degli attori del teatrino Lucchesi Palli, Ottavio Serena è senatore e consigliere di Stato; Achille Torelli è sempre alla ricerca di quell’ideale, ch’è il tormento tenace di tanti nobili spiriti napoletani; Maddalena, sua sorella, è morta, ed Edoardo Lucchesi che sposò una Sant’Elia, fece nel 1888 alla biblioteca nazionale di Napoli un dono veramente principesco, arricchendola della sua copiosa collezione di libri e di opere musicali e