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sioni e dove, all’ultima scena, l’Astrologo diceva al Marchese di Mantova con enfatico accento:
. . . . . . . . . . . . più chiara |
il suggeritore fu Giuseppe Fiorelli, allora segretario del conte di Siracusa e che poi, direttore del museo di Napoli, associò per sempre a Pompei il nome suo e per molti anni diresse gli scavi d’antichità del Regno d’Italia. Vecchio e cieco, ritiratosi dai pubblici uffici, morì pochi anni or sono quasi dimenticato. L’Astrologo della Certosa, cioè Cammillo Caracciolo, è morto da pochi anni. Fu ministro a Pietroburgo e a Costantinopoli e prefetto di Roma: ideologo di molto e simpatica ingegno, ma non mai contento di nulla. Il gentiluomo veneziano, Giovanni Barracco, è oggi senatore del Regno e fu per molti anni deputato: la politica non più lo seduce, ma l’arte non lo invecchia. La sua preziosa collezione di marmi antichi, congiunta oramai alla storia dell’arte e che egli ha il proposito di donare allo Stato, ne eternerà il nome. È un piccolo museo quella collezione, formata con intelligenza e passione e dove tutte le grandi arti scultorie, l’egiziana e l’assira, la greca e la romana, la cipriota e l’etrusca, sono rappresentate da esemplari copiosi e interessanti. Giovanni Barracco scrive pure sonetti politici che recita agli intimi. Marcello Spinelli succedette per breve tempo al principe Gaetano Filangieri nella presidenza del Museo artistico industriale; Marcello Gallo e Vincenzo Santorelli, son morti; e Alda, rassegnata santamente ai dolori della vita, trova conforto a questi nella carità, una carità che non si esaurisce e ne santifica il nome.
Degli attori del teatrino Lucchesi Palli, Ottavio Serena è senatore e consigliere di Stato; Achille Torelli è sempre alla ricerca di quell’ideale, ch’è il tormento tenace di tanti nobili spiriti napoletani; Maddalena, sua sorella, è morta, ed Edoardo Lucchesi che sposò una Sant’Elia, fece nel 1888 alla biblioteca nazionale di Napoli un dono veramente principesco, arricchendola della sua copiosa collezione di libri e di opere musicali e