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odii di parte. La duchessa Ravaschieri era Alda; Marcello Gallo, Luigi II da Gonzaga, marchese di Mantova; Cammillo Caracciolo, l’Astrologo della Certosa; Giovanni Barracco, Marcantonio Soranzo, gentiluomo veneziano; Marcello Spinelli, Liborio di San Zenone, podestà; Vincenzo Santorelli, Odorisio Maltraverso, siniscalco. Questa parte era affidata a Giovanni Barracco, ma egli la rifiutò, preferendo l’altra non odiosa dell’Astrologo che fu accettata dal Santorelli, il quale da qualche anno era divenuto marito della Fanny Sadowski. Quella rappresentazione fu un clamoroso avvenimento. Vi assistettero la Corte e la diplomazia. Erano in prima fila il Re, la Regina, il duca di Calabria, i principi, tutta l’alta nobiltà di Napoli, tutto l’olimpo delle maggiori bellezze e anche Adolfo Rothschild. La duchessa Ravaschieri era splendida, vestita di bianco, con un diadema di brillanti sul capo. Quando, alla scena quarta, ella comparve sul palcoscenico, uscendo da una stella, fu un coro di ammirazioni e di applausi. Disse stupendamente la ballata e queste prime strofe, sulle sue labbra, persero molto della loro stiracchiatura:

Odo musiche e ballate,
Che dall’uno all'altro mar,
Dell’Insubria le salvate
Genti invita a giubilar.
Il lor duce è biondo e bello
Delle vergini è l’amor,
Il suo petto e il suo castello
Sfidar ponno ogni valor.
Scese in campo, e di Milano
Già la serpe ai pie’ gli sta;
E dall’Alpi al Mantovano
La tenzone è di amistà.

E più innanzi, animandosi ancora di più, ed eccitata dalla voce della sua intima amica, la bella principessa di Camporeale che era fra le quinte e le diceva: coraggio, Teresa, ci va della patria! riportò un grande successo quando recitò, con intelligente significato, due stanze le quali hanno bisogno di una spiegazione. Nel mondo liberale e intellettuale di allora si sognava un’unione molto intima fra Napoli e il Piemonte: i due regni, uniti fra loro, avrebbero dovuto essere gli arbitri dell’Italia, liberata dai piccoli principi e indipendente dallo straniero. Di questa lega doveva esser pegno un matri-